Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
di vittorio alfieri | 87 |
Dove si fan le belle recitone,
14Quasi cantar si udisse il Perellino.
LXXX [cxiii]. e LXXXI [cxvi].1
Trionfo d’amore.
Amore, Amor, godi, trionfa, e ridi,
Tristo fanciul d’ogni malizia albergo;
Spezzato alfin m’hai di ragion l’usbergo,2
4E vincitore a tuo piacer mi guidi.
Già da molti anni entro il mio cor ti assidi,
Ove signor, ma amico in un,3 ti albergo:
Ed or mi assali (ahi traditor!) da tergo?
8M’involi l’arme, indi a pugnar mi sfidi?
Tacito patto era tra noi finora,
Che il mio esigilo4 dai begli occhi sereni
11Io soffrirei per molte lune ancora:
Ma tu, vero Signor,5 patti non tieni
Col tuo minor; troppa clemenzia fora;
14E de’ tuoi falli il biasmo ad altri ottieni.6
Ciò che il meglio si appella, e vuol piú lode,
Credo, è talvolta all’uom discerner dato;
Benché il seguirlo in tutte è a noi negato,
4E a quelli piú, cui passïon piú rode.7
- Dove si fa di me spettacolone.
- ↑ «Mentre io stava... tentando di proseguire [a Siena] quel quarto canto [dell’Etruria vendicata], io andava sempre ricevendo e scrivendo gran lettere; queste a poco a poco mi riempirono di speranza, e vieppiú m’infiammarono del desiderio di rivederla tra breve. E tanto andò crescendo questa possibilità, che un bel giorno non potendo io piú stare a segno, detto al mio amico Gori dove io fossi per andare, e finto di fare una scorsa a Venezia, io mi avviai verso la Germania [la Contessa era a Colmar nell’Alsazia] il dí quattro d’agosto». (Aut., IV, 14°). E il 5 dello stesso mese, fra Poggibonsi e Tavarnelle, il 6, fra Tavarnelle e San Casciano, l’A. scriveva rispettivamente il primo e il secondo di questi sonetti, nei quali è appunto raffigurata la lotta che si era fino allora combattuta nell’animo suo, fra il dovere e l’amore.
- ↑ 3. L’usbergo, la difesa, lo schermo.
- ↑ 6. In un, al tempo stesso.
- ↑ 10. Esiglio, lontananza.
- ↑ 12. Vero Signor, tirannico Signore.
- ↑ 14. E accusi altri delle colpe tue.
- ↑ 1-4. Il Petrarca (Rime, CCXXXVI) ha un pensiero analogo a questo dell’A.:
delle glorie» di V. Alfieri. Il verso 13° di questo sonetto ha nel ms. la variante: