Rime di Argia Sbolenfi/Libro secondo/Sonetti decadenti

Sonetti decadenti

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Libro secondo - Il primo capello bianco Libro secondo - Morbus
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SONETTI DECADENTI


DIES



Il sole brucia implacabile, uguale,
     Le stoppie gialle del pian vaporoso,
     L’azzurra volta del ciel luminoso
     4Riflette in terra la fiamma estivale.

Non move foglia. La vita animale
     Langue in un grave sopor neghittoso.
     Turba la pace al meriggio affannoso
     8Solo un molesto frinir di cicala.

Sull’erba verde, nel bosco frondoso,
     Fresco t’ho fatto di fiori un guanciale
     11E tu vi adagi le membra al riposo.

Dormi discinta nell’ombra ospitale,
     Ed io contemplo con l’occhio bramoso
     14L’onda del petto che scende e che sale.

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NOX


Dell’alta notte la negra magia
     M’empie il cervello, mi filtra nel core.
     Un soffio passa sull’anima mia,
     4Un freddo soffio che m’empie d’orrore.

Sente di fuori, l’orecchio che spia,
     Strani bisbigli che metton terrore,
     Ma nelle case la vita s’oblia
     8Come annegata in un denso stupore.

Solo nel buio, laggiù, della via,
     Dietro una tenda, l’immobil candore
     11Un lume fioco da lungi m’invia.

Rischiara forse il discreto bagliore
     Lo spasimar d’un atroce agonia
     14Od il gioir d’una notte d’amore?

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APENNINO


O monti, albergo di pace infinita,
     Ancor nel vivo ricordo rimane
     Il susurrar delle chiare fontane
     4Tra la fragranza dell’erba fiorita,

E il tremolar della luce salita
     Coll’alba fresca alle cime lontane
     Nel rado vel delle nebbie montane
     8Su i boschi pieni di canti e di vita,

E nel tepor della rorida mane
     Fioco il belar dell’agnella smarrita
     11Od il rintocco di meste campane.

Oh, nel mister della selva romita
     Fuggir con lei dalle cure mondane
     14E tra i capelli sentir le sue dita!

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ADRIATICO


Il mar lambendo instancabile e lento
     La sabbia fina dell’umida sponda,
     Con ritmo uguale mandava un lamento,
     4Quasi un singhiozzo, alla notte profonda.

Occhi benigni, le stelle d’argento
     Guardavan fisse la terra feconda,
     Amor vagava nel ciel sonnolento,
     8Ed io sperai la fortuna seconda.

Il cor t’apersi con timido accento,
     Sfiorai col labbro la chioma tua bionda
     11Ed al trionfo credetti un momento...

Addio, fantasmi d’un’ora gioconda,
     Sogni d’amore dispersi dal vento,
     14Care speranze cadute nell’onda!

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MILLE


Al suo balcone s’affaccia beata
     La dama, tratta dal maggio fiorente.
     Il sol carezza la treccia dorata,
     4La rosea gota ed il labbro ridente.

Il giovin paggio da lunge la guata
     E tutto caldo d’amore si sente,
     Nè gli par cosa terrena e creata,
     8Ma ben di cielo angioletta vivente.

Correr vorrebbe a battaglie cruente,
     Soffrir pugnando una morte spietata
     11Sol per averne uno sguardo clemente;

E pur la dama dagli occhi di fata,
     E pur la bianca angioletta piacente
     14Dal dì che nacque non s’è più lavata!

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SETTECENTO


Mormora l’arpa toccata in sordina
     Lento un motivo che par minuetto.
     Lenta la dama danzando s’inchina,
     4Tutta eleganza, sussiego e belletto.

Di nei segnata, la pelle argentina
     Manda un profumo sottil di zibetto:
     Sotto una nebbia di candida trina
     8Ansano i bianchi segreti del petto.

Danza e sul molle tappeto trascina
     La ricca veste ed il piè piccioletto
     11Col portamento d’altera regina.

Tutti scoraggia col rigido aspetto,
     Con l’occhio pieno di calma divina,
     14E lo staffiere l’attende nel letto.

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PAROLE


Dolci parole d’amor, susurrate
     Presso i cespugli fioriti di rose,
     Parole dolci, parole gioiose,
     4Appena dette che mai diventate?

Salite al cielo col vento e volate
     Degli angioletti alle labbra amorose,
     O, come accade dell’ottime cose,
     8Parole dolci, nel nulla tornate?

Ahi, che piuttosto all’inferno dannate
     Sì come streghe mendaci e schifose,
     11Forma e veleno di biscie pigliate

E, tra i cespugli nativi nascose,
     Mordete al core gli amanti e li fate
     14Vittime e strazio di cure gelose!

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MUSICA


L’ultime note languenti, velate,
     Muoiono come sospiri sonori
     In un tripudio di mazzi di fiori,
     4In un profumo di donne scollate.

E il sangue tende le arterie gonfiate,
     Passan su gli occhi fugaci bagliori;
     Tutta la vita prorompe di fuori
     8Sotto l’impulso di forze ignorate.

Allor le forme ci sembran mutate
     E ridipinte di strani colori,
     11Quasi fantasmi di cose sognate.

Poi tutto passa; ma resta nei cuori
     Come un rimpianto di gioie passate,
     14Come un presagio di nuovi dolori.