Rime (Vittoria Colonna)/Sonetto XXXII
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Sonetto XXXII
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SONETTO XXXII.
A
che sempre chiamar la sorda Morte? E far pietoso il ciel col pianger mio,
Se vincer meco stessa il gran desio
Sarà un por fine al duol per vie più corte? 4
A che girne all’altrui sì chiuse porte?
Se ’n me con aprirne una al proprio oblio,
E chiuder l’altra al mio voler, poss’io
Spregiar l’avversa stella, e l’empia sorte? 8
Quante difese, quante vie discopre
L’anima, per uscir del carcer cieco,
Di sì grave dolor tentate in vano. 11
Riman solo a provar, se vive meco
Tanta ragion, ch’io volga questo insano
Desir fuor di speranza a miglior opre. 14