Rime (Vittoria Colonna)/Sonetto XLV

Sonetto XLV

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SONETTO XLV.


Q
uando già stanco il mio dolce pensiero

   Del suo felice corso giunge a riva,
   Dimostra il sonno poi l’immagin viva
   Con altro inganno più simile al vero. 4
Quel fa, ch’io segni bianco il giorno nero,
   Questo d’oscurità la notte priva,
   E se già l’aprir gli occhi mi nodriva,
   Il chiudergli ora è cagion, ch’io non pero. 8
E se col tempo il gran martir s’avanza,
   Più salda ognor nella memoria siede
   Col sonno, e col pensier l’alma sembianza. 11
E ’l proprio ardor rinova la mercede,
   Che se fuggì il piacere, e la speranza,
   Con maggior forza allor s’armò la fede. 14