Rime (Vittoria Colonna)/Sonetti spirituali/Sonetto XXVI

Sonetto XXVI

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SONETTO XXVI


Veggo oggi nel pensier sotto la mano
   Di Batista il figliuol di Dio lavarsi
   Al sacro fiume, non già per purgarsi,
   Ma lavar seco tutto ’l seme umano.
Quanto pur fe! ma il nostro folle insano
   Voler cerca di novo rimachiarsi
   Nel sangue vile, e poi macchiato, farsi
   Del chiaro fonte suo schivo e lontano.
Il gran Padre ad udirlo oggi ne ’nvita;
   E ’l divin Figlio poi ne dona il pegno
   Con la Colomba, ed ei con l’opra umile.
Ubbidir dessi al suon dell’ infinita
   Virtute, e creder sempre a sì segno;
   Seguendo poi l’ esempio alto e gentile.
 

SONETTO XXVII


Se ’l breve suon che sol quest'aer frale
   Circonda e move, e l'aura che raccoglie
   Lo spirto dentro, e poi l’apre e discioglie
   Soavemente in voce egra e mortale,
Con tal dolcezza il cor sovente assale
   Che d’ogni cura vii s’erge e ritoglie,
   Sprona, accende '1 pensier, drizza le voglie
   Per gir volando al Ciel con leggiere ale,
Che fia quand'udirà con vivo zelo
   La celeste armonia l’anima pura
   Sol con l’orecchia interna intenta al vero
Dinanzi al suo fattor nel sommo Cielo,
   U’ non si perde mai tuono o misura,
   Né si discorda il bel concento altero?