Rime (Vittoria Colonna)/Sonetti spirituali/Sonetto XXV

Sonetto XXV

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SONETTO XXIV


Gli Angeli eletti al gran bene infinito
   Braman oggi soffrir penosa morte;
   Acciò nella celeste empirea corte
   Non sia più il servo, che ’l Signor, gradito.
Piange l’ antica madre il gusto ardito,
   Ch’ a’ figli suoi del ciel chiuse le porte;
   E le due man piagate or sono scorte
   Da ridurne al cammin per lei smarrito.
Asconde il Sol la sua lucida chioma;
   Spezzansi i sassi vivi; apronsi i monti;
   Trema la terra e ’l ciel; turbansi l’ acque:
Piangon gli spiriti, al nostro mal sì pronti,
   Delle catene lor l’ aggiunta soma;
   Non piange l’ uom, che pur piangendo nacque.


SONETTO XXV


Puri Innocenti, il vostro invitto e forte
   Duca parte, e vi lascia soli inermi;
   E vuol, che i vostri petti siano schermi
   Alle sue spalle. O benedetta sorte!
Erode con le voglie inique e torte
   Incide, e spezza i bei teneri germi:
   Ed ei ne rende a voi gli eterni e fermi
   Frutti; e vita immortal per breve morte.
Tolti dal latte, deste il pianto solo
   Per parole ai martiri: ed egli ornati
   V’ha di celesti palme e santi allori.
Appena eran sugli omer vostri nati
   I vanni, o cari e pargoletti amori,
   Ch’ alzaste infin al cielo il primo volo.