Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
SONETTO XXVI
Veggo oggi nel pensier sotto la mano
Di Batista il figliuol di Dio lavarsi
Al sacro fiume, non già per purgarsi,
Ma lavar seco tutto ’l seme umano.
Quanto pur fe! ma il nostro folle insano
Voler cerca di novo rimachiarsi
Nel sangue vile, e poi macchiato, farsi
Del chiaro fonte suo schivo e lontano.
Il gran Padre ad udirlo oggi ne ’nvita;
E ’l divin Figlio poi ne dona il pegno
Con la Colomba, ed ei con l’opra umile.
Ubbidir dessi al suon dell’ infinita
Virtute, e creder sempre a sì segno;
Seguendo poi l’ esempio alto e gentile.
SONETTO XXVII
Se ’l breve suon che sol quest'aer frale
Circonda e move, e l'aura che raccoglie
Lo spirto dentro, e poi l’apre e discioglie
Soavemente in voce egra e mortale,
Con tal dolcezza il cor sovente assale
Che d’ogni cura vii s’erge e ritoglie,
Sprona, accende '1 pensier, drizza le voglie
Per gir volando al Ciel con leggiere ale,
Che fia quand'udirà con vivo zelo
La celeste armonia l’anima pura
Sol con l’orecchia interna intenta al vero
Dinanzi al suo fattor nel sommo Cielo,
U’ non si perde mai tuono o misura,
Né si discorda il bel concento altero?