Rime (Vittoria Colonna)/Sonetti spirituali/Sonetto CXXIII
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Sonetto CXXIII
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SONETTO CXXIII
Q
uel chiaro spirto, in cui vivo ed ardente Foco celeste dentro in modo ardea,
Che le fiamme mortai, ch’intorno avea
Sì accese, a lui parean gelate e spente;4
Non ebbe il desir parco, o le man lente
Al tesoro donar, perch’ei godea
Dell’alto eterno, u’ già ricca vivea
Lungi dal corpo suo l’accesa mente.8
E disse: la sua notte all’empio duce
Non era oscura, però che ’l gran Sole
L’avea dei raggi suoi cinto ed armato.11
Con l’opra, coi pensier, con le parole,
Mostrò che possedea l’almo e beato
Ardor, l’oro immortal, la vera luce.14