Rime (Vittoria Colonna)/Sonetti spirituali/Sonetto CXXII
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Sonetto CXXII
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SONETTO CXXII
N
on sol per la sua mente e pura e retta Il Martir primo in Dio le luci fisse
Tenne, pregando sì, ch’al ciel prescrisse
Il far del suo morir degna vendetta;4
Anzi ogni pietra a lui quasi saetta
Parea, che ’l ciel più largamente aprisse:
Ed ei più pronto, e più lieto sen gisse
Verso la gloria al suo martir eletta.8
Per suoi nemici orò: nè mercè impetra
Madre con tal desio per figlio caro;
Quant’ei pregò per lor con dolce pieta.11
Nè mai lucida gemma ad uomo avaro
Fu in pregio sì, come a lui quella pietra,
Che più dritto li giunse in mezzo ’l core.14