Rime (Gianni)/Canzoni/Siccome i magi a guida della stella
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XV.
Siccome i Magi a guida de la stella
girono inver le parti d’Orïente
per adorar lo Signor ch’era nato,
cosi mi guidò Amore a veder quella
5che ’l giorno amanto prese novamente,
ond' ogni gentil cor fu salutato.
I’ dico ch’i’ fu’ poco dimorato,
ch’ Amor mi confortava: non temere,
guarda com’Ella vien umile e piana.
10Quando mirai un po’ m’era lontana:
allora m’afforzai per non cadere;
il cor divenne morto ch’era vivo.
Io vidi lo ’ntelletto su’ giulivo
14quando mi porse il salutorio sivo.
Resta nei codici Vat. 3214; Ashbur. 479 e Bol. Univ. 1289. Fu pubblicata, con assai altre rime inedite, da L. Manzoni, come appendice al suo studio sul Canz. Vaticano 3214, inserito nella Rivista di Filologia Romanza, i, pag. 72 e segg. e dal Gabrielli, nel suo studio citato. Varianti:
3. V. k era nato; e così sempre ove occorre il gruppo ch; 9. A. come la; B. 1. uene; 10. V. un poco; anche il Gabrielli legge così, con un evidente errore di metrica, sebbene abbia stampata questa stanza in una lezione alquanto ammodernata; 11. V. m aforzai; 12. B. 1. e ’l cor; 13. B. 1. lontelletto: vedi a pagina xxiii della prefazione, ove abbiamo trascritta questa stanza nella lezione diplomatica del Vat. 3214, ora noto agli studiosi per la pubblicazione fattane dal Pelaez.
[Stanza di quattordici versi, di una forma metrica alquanto artificiosa:
ABCABCCDEEDFFF].