Rime (Cavalcanti)/Le Rime di Guido Cavalcanti/Le rime anteriori al 1290/Donna mi prega perch'io voglio dire
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Canzone.
Donna mi1 prega perch’io voglio2 dire
d’un accidente che sovente è fero
ed è sì altero - ch’è chiamato amore.
Sì chi lo nega possa ’l ver sentire.
5Ed, a presente3, canoscente chero,
perch’io no spero - ch’om di basso core
a tal ragione porti canoscenza:
che senza - natural dimostramento
non ò talento - di voler provare
10là ove4 posa e chi lo fa creare5,
e qual è sua vertute e sua potenza,
l’essenza, - poi ciascun suo movimento,
e ’l piacimento - che ’l fa dire amare
e s’omo per veder lo po’ mostrare.
15In quella parte dove sta memora
prende suo stato, sì formato come
diaffan da lume, - d’una scuritate
la qual da Marte vene e fa dimora.
Elli è creato ed à6 sensato nome,
20d’alma costume7 - e di cor volontate.
Ven da veduta forma che s’intende,
che prende - nel possibile intelletto
come ’n subietto - loco e dimoranza.
In quella parte mai non à pesanza
25perchè da qualitate non descende:
resplende - in sè perpetuale effetto;
non à diletto, - ma consideranza;
sì che non potè là gir8 simiglianza.
Non è vertute, ma da quella vene
30ch’è perfezione, che si pone tale
non razionale -, ma che sente dico.
For di salute giudicar mantene,
chè la ’ntenzione per ragione vale.
Discerne male - in cui è vizio amico.
35Di sua potenza segue spesso morte
se forte - la vertù fosse impedita,
la quale aita9 - la contraria via,
non perchè oppost’a naturale sia10;
ma quanto che da buon perfetto tort’è
40per sorte - non po’ dire om c’aggia vita
che stabilita - non à segnoria:
a simel po’ valer quand’11om l’oblia.
L’esser è quando lo voler è tanto
ch’oltra misura di natura torna:12
45poi non s’adorna - di riposo mai.
Move cangiando color riso e pianto
e la figura con paura storna:
poco soggiorna: - ancor di lui vedrai
che ’n gente di valor lo più si trova.
50La nova - qualità move sospiri13
e vol ch’om miri - in non fermato14 loco
destandos’ira, la qual manda foco.
Imaginar non pote15 om che no ’l prova.
Nè mova - già però ch’a lui si tiri
55e non si giri - per trovarvi gioco
nè certamente gran saver nè poco.
De simil trage complexione sguardo
che fa parere lo piacere certo:
non po’ coverto - star quand’è sì giunto16.
60Non già selvaggio le beltà son dardo,
chè tal volere per temer è sperto:
consegue merto - spirito ch’è punto.
E non si po’ conoscer per lo viso:
c’om priso - bianco in tale obietto cade,
65e chi ben aude - forma non si vede.
Dunqu’elli meno che da lui procede17:
for di colore d’esser è diviso,
assiso - mezzo scuro luce rade:
for d’onne 18 fraude - dice, degno in fede,
70che solo di19 costui nasce mercede.
Tu poi sicuramente gir, canzone,
là ’ve20 ti piace, ch’io t’ò sì adornata
ch’assai laudata - sarà tua ragione
da le persone - ch’anno intendimento:
75di star con l’altre tu non ài talento.
- ↑ me, eo di Ca sembrano tendenze speciali di questo codice e sono forme estranee a la vulgata toscana (Caix) Eo è forma antiquata de’ tempi di Guittone, ristabilita più tardi nell’uso dei copisti. In Vd e tonico o secondario esce quasi sempre in i.
- ↑ vollia: Mart mentre in Ba: voglio. L’uso del cong. per l’ind. appare come facile modificazione di una uscita poco comune e che poteva sembrare sgrammaticata. L’uso del doppio l è grafia molto arcaica, prossima a la metà del dugento, specie nel Pal. 418. Il non trovarla mai in Vd porta ad escluderla, poichè sembra anche una specialità di Mart. es: dollia, battallia etc.
- ↑ Così esce dal confronto di Ca - ed al - Cap1 - ed a - Mart. - ond a ossia dall’unione degli avversi Cap1, Mart, in quella forma non comune a: escludendo l’ond di Mart. che appare correzione nel commento di frate Egidio (Pasqualigo, op. cit.).
- ↑ Mart. - la ove si: correzione per l’apparente mancanza metrica: lo prova Ba con la ove. Così per evitare l’iato Ca - la dove. Le forme: la ove, là ve sono le più comuni in questa età. (Vedi Caix e Vd) e ben è facile, una sostituzione di dove per la ve.
- ↑ Mart: criare. È questa una tendenza speciale all’iotazione in questo codice: esempio: baillia, dichi, chieggia, ricomando, troverite, onniora, dimandare, sbiguttiscie, ecc.
- ↑ Preferibile questa lezione di Ca a quella di Mart: da, che non ha senso ed è in relazione al commento del Colonna, di cui si vide alcuna influenza su Mart per il v. 5.
- ↑ L’unione di tutti i codici primari fa credere che si ritenesse buona questa rima.
- ↑ Dal confronto: la gire - Ca, largir - Mart, Cap1, la ire - Ba, essendo il la gire in Ca una conseguenza metrica di po per pote e rivelando Ba la cattiva interpetrazione sua e di Mart sopra un originale comune: la gir o la gire contro misura.
- ↑ Mart: ita a la contro misura, modificazione di un ita la dato da Ca che non ha senso.
- ↑ Così io credo dover ricostruire questo verso, tanto martoriato dai copisti, sul confronto di: non perchè opposto naturale sia - Mart - non perchè opposta natural sia - Ca. Con questa sola ricostruzione, che non mi sembra arbitrariamente congetturale, esce il significato.
- ↑ quanto di Mart è nel commento del Colonna.
- ↑ Dal confronto:
Ca: coltra misura di — Ba: choltre misura di — Mart: oltra misura di escludendo la lezione di Cap1: fuor di natura di misura che risente delle modificazioni dei commenti. - ↑ a sospiri di Mart, Ba, appare una immissione non razionale, perchè in tutta l’espressione dello stil nuovo i sospiri sono concepiti come viventi di vita propria, escludendo dal soggetto da cui movono.
- ↑ Così Mart. La lezione di Ca «formato» non assicurata da Cap1 è nel comm. del Colonna. Se quindi Mart, che pur ne risente, mantenne «fermato» vuol dire che così portava la origine sua.
- ↑ nol po in Ba contro misura fu corretto da Mart con un lom per hom. Ca, ricopiatore esatto anche degli errori, qui è regolare. Pote di Ca evita la cacofonia delle due sillabe po om e trova largo riscontro in Vd. Nè in Ca era consueta la distensione della forma: po in pote. Vedi v. 28.
- ↑ Dal confronto delle lezioni: quando se gionto - Mart, quand e si giunto - Ba; con le quali si completa, non po’ choverto star si giunto - Ca: che ha la garanzia di Cap1: non po’ choverto star quand’è.
- ↑ Il perchè di Ba e Mart risente del solito commento. Da quel i meno è evidente errore di Ca, raddrizzato da Cap1 : dunquelli meno: sono probabilmente varie letture di un originale paleografico du queli meno. La forma elli è comunissima in Vd.
- ↑ Per la tendenza di Vd (v. anche Caix) propendo per onni di Mart: ma poichè Ba, Ca - ongne, data la tendenza a l’iotazione di Mart, ritengo la forma: onne.
- ↑ Più proprio del da di Ba Mart è il di di Ca, Cap1, come quello che, nell'uso trecentistico, meglio esprimeva una derivazione o provenienza ideale.
- ↑ Il la vi te di Mart è una evidente cattiva trascrizione di la ve ti che si muta in Ba in dove ti, Ca: ove ti e Cap1: la ove ti. Si deve quindi ammettere che Ca abbia tralasciato quel la che sembrava soverchio a la misura mantenendo l’ove e che Ba abbia letto dove un originale lave.