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l’essenza, - poi ciascun suo movimento,
e ’l piacimento - che ’l fa dire amare
e s’omo per veder lo po’ mostrare.

     15In quella parte dove sta memora
prende suo stato, sì formato come
diaffan da lume, - d’una scuritate
la qual da Marte vene e fa dimora.
Elli è creato ed à1 sensato nome,
20d’alma costume2 - e di cor volontate.
Ven da veduta forma che s’intende,
che prende - nel possibile intelletto
come ’n subietto - loco e dimoranza.
In quella parte mai non à pesanza
25perchè da qualitate non descende:
resplende - in sè perpetuale effetto;
non à diletto, - ma consideranza;
sì che non potè là gir3 simiglianza.

     Non è vertute, ma da quella vene
30ch’è perfezione, che si pone tale
non razionale -, ma che sente dico.
For di salute giudicar mantene,
chè la ’ntenzione per ragione vale.
Discerne male - in cui è vizio amico.
35Di sua potenza segue spesso morte
se forte - la vertù fosse impedita,
la quale aita4 - la contraria via,
non perchè oppost’a naturale sia5;
ma quanto che da buon perfetto tort’è

  1. Preferibile questa lezione di Ca a quella di Mart: da, che non ha senso ed è in relazione al commento del Colonna, di cui si vide alcuna influenza su Mart per il v. 5.
  2. L’unione di tutti i codici primari fa credere che si ritenesse buona questa rima.
  3. Dal confronto: la gire - Ca, largir - Mart, Cap1, la ire - Ba, essendo il la gire in Ca una conseguenza metrica di po per pote e rivelando Ba la cattiva interpetrazione sua e di Mart sopra un originale comune: la gir o la gire contro misura.
  4. Mart: ita a la contro misura, modificazione di un ita la dato da Ca che non ha senso.
  5. Così io credo dover ricostruire questo verso, tanto martoriato dai copisti, sul confronto di: non perchè opposto naturale sia - Mart - non perchè opposta natural sia - Ca. Con questa sola ricostruzione, che non mi sembra arbitrariamente congetturale, esce il significato.