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E non si po’ conoscer per lo viso:
c’om priso - bianco in tale obietto cade,
65e chi ben aude - forma non si vede.
Dunqu’elli meno che da lui procede1:
for di colore d’esser è diviso,
assiso - mezzo scuro luce rade:
for d’onne 2 fraude - dice, degno in fede,
70che solo di3 costui nasce mercede.

     Tu poi sicuramente gir, canzone,
là ’ve4 ti piace, ch’io t’ò sì adornata
ch’assai laudata - sarà tua ragione
da le persone - ch’anno intendimento:
75di star con l’altre tu non ài talento.

  1. Il perchè di Ba e Mart risente del solito commento. Da quel i meno è evidente errore di Ca, raddrizzato da Cap1 : dunquelli meno: sono probabilmente varie letture di un originale paleografico du queli meno. La forma elli è comunissima in Vd.
  2. Per la tendenza di Vd (v. anche Caix) propendo per onni di Mart: ma poichè Ba, Ca - ongne, data la tendenza a l’iotazione di Mart, ritengo la forma: onne.
  3. Più proprio del da di Ba Mart è il di di Ca, Cap1, come quello che, nell'uso trecentistico, meglio esprimeva una derivazione o provenienza ideale.
  4. Il la vi te di Mart è una evidente cattiva trascrizione di la ve ti che si muta in Ba in dove ti, Ca: ove ti e Cap1: la ove ti. Si deve quindi ammettere che Ca abbia tralasciato quel la che sembrava soverchio a la misura mantenendo l’ove e che Ba abbia letto dove un originale lave.