Rime (Andreini)/Tavola de' sonetti

Tavola de’ sonetti

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Egloga IX Tavola de’ madrigali

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TAVOLA

DE’ SONETTI

Al Sig. Cardinale Cinthio Aldobrandini.


A

Alta sorte (ma giusta) in ogni terra  19 
A che piango infelice? à che sospiro?  25 
Ardo, e son fatta miserabil segno  59 

Alle Gentildonne di S. Pietro d’Arena.

A che tardate neghitosi amanti?  62 
Amor tù pur hai l’arco, e la faretra  79 
Alma studia ’l camin, s’annotta homai  108 
Amiche stelle, s’egli è ver, ch’Aimore  110 

Al Christianissimo Rè di Francia.

Ah pur sola io sarò, ch’al Mondo taccia  142 
A che pur tardi, à che non sorgi Aurora?  151 
A voi scopro del cor l’angosce prime  162 
Arsi molt’anni, e per cangiar di loco  169 
Anima stanca à che sospiri, e piagni?  180 
A voi Donna gentil del core apersi  181 

Del Sig. Gherardo Borgogni all’Autrice.

Apollo, questa il cui valor cotanto  202 
Ancor, ch’altro non sia questa mia vita  210 
A te le ardenti mie preghiere invio  210 
Ahi alma, ahi di te stessa homai t’incresca  211 
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Al Sig. Iacopo Doria.

B

Ben degni d’albergar nel seggio eterno  65 
Ben è destin, che tù giamai nel seno  86 

Alla Reverenda Mr. D. Claudia Sessa nel monastero della Nunziata di Milano.

Brami chi vuole ò d’Aquila superba  143 
Benche per voi mille sventure, e mille  193 

Al Sig. Cardinale Cinthio Aldobrandini.

Ben à guisa di Sol fiammeggi, e splendi  194 

C

Cresci ò mia nobil fiamma se maggiore  28 

Alla Sig.Marchese di Grana.

Come l’alma beltà, che fà beata  37 
Cinta di fiori, e d’amoretti gài   42 
Cinto di neve il crin d’intorno agghiaccia.  64 

Al Sig. D.Alessandro d’Este.

Con heroico stil, con puri inchiostri  104 
Che pensi, ò che vaneggi Anima stolta?  129 

Al Sig. Cardinale Cinthio Aldobrandini.

Chi Delio ’l chiama, e chi nomarlo suole  137 

Al Sig. Duca di Mantova.

Come talhor al freddo tempo suole.  144 
Con lagrime di sangue, e con sospiri  187 
Come spero trovar ripari, ò schermi.  209 

D

Dolci asprezze, e soàvi, aspri, e noiosi 
Disprezza pur questi sospiri ardenti. 
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Alla Sig D. Vittoria Doria Gonzaga.

De’ tuoi meriti illustri il bel Troiano  12 
Del mio grave dolor solo io mi doglio  17 
Da questi abissi di miseria sciolto  18 
Del sereno mio Sol la chiara luce  25 

Alla Sig. Duchessa di Mantova.

Di magnanime stille i crini aspersi  29 
Di quel bel volto gli amorosi rài  33 
Di speme ingannatrice io nudrìa ’l core  35 

Al Sig. Duca d’Urbino.

Di magnanimo ardir m’infiamma il core  43 
Disperata mia doglia, disperate  43 
Di beltà, di vertù se’ Clori mia  48 

Al Sig. Duca di Modona.

Discior vorrei da le deserte arene  61 

Al Sig. Paolo Agostino Spinola

Dunque trarrà da le pungenti spine  69 

Al Sig. Ducadi Sora.

Di vago fiumicel le placid’onde  73 
Dive poiche ’l mio Sole ascolta, è brama  74 
Da la bella cagion del pianger mio  104 

All’Arciduca Alberto.

Dopo l’haver di gloriose stille  107 
Dov’è la vita mia, ch’à me non torna  115 
Deh c’ho cercato invano homai tutt’hoggi  132 
Di cari amici in bella schiera accolto  148 
Di lui, che ’n tanti nodi il cor m’avvolse  154 
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Al Christianiss. Rè di Francia.

Dopo l’ardor di di spietata guerra  155 
Da me nasce il mio male, io la radice  178 

Al Sig. Iacopo Calderone Pittore.

De’ tuoi vivi color l’opera altera  196 

Del Sig.Conte Ridolfo Campeggi all’Autrice.

De la vera beltà, che l’alma veste  205 

E

Empio se d’amarissimo veleno 
E qual fora giamai sì duro, e scabro  32 

Al Sig.Marchese di Massa.

E don del Cielo, e dono al Mondo egregio  53 

Al Christianiss. Rè di Francia.

E cinta sì dal ferro empio, e nemico.  84 

Al Sig. Duca di Savoia.

F

Famoso CARLO, e per virtute altero  54 
Forse appar sì leggiadra in Ciel qualhora.  54 

Questo sonetto s’è stampato senza inscrittione per inavertenza.

L’inscrittione dovea dire

All’Illustriss. Sig. Contessa Lucrezia Scotta Angussola.

Fileno mio quell’empia Donna altera.  100 

Al Sig. Cardinale Cinthio Aldobrandini.

Fisando gli occhi al tuo vivace lume  147 

Al medesimo.

Febo (no’l mi negar) ond’è, che ’l volto  175 
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Del Sig. Gio. Tomaso Gallarati all’Autrice.

Fatto per te Comica Illustre i’ veggio  204 
Fuggite homai cure noiose, e frali.  212 

G

Già vidi occhi leggiadri, occhi, ond’Amore  26 

Del Sig. Vincenzo Pitti per l’Autrice.

Già non poss’io da lunge il bell’aspetto  201 

Al Sig. Cardinale Cinthio Aldobrandini.

H

Hor qual vegg’io sotto sembiante humano  16 
Hò ben sentito rallentarsi i nodi  98 
Hora, che dolce tremolar le frondi  103 
Hor, che del Cielo il più bel lume, e spento  109 
Honor de’ miei sospir, luci serene  122 
Hor, che pieno d’ardor fremendo rugge  149 

Al Sereniss. gran Duca di Toscana.

Hor poi che note sì soàvi, e scorte  169 

In morte del Sig. Torquato Tasso.

Hor qual grave per l’aria odo lamento?  195 
Hor che strale d’Amor più non m’offende.  208 

Al Sig.Don Ferrando Gonzaga.

I

Ilio caduta alzò col nobil canto.  13 
Io, che già vidi in me quegli occhi ardenti.  62 

Alla Sig. Placidia Grimaldi.

Infrà le sete, infrà le gemme, e gli ori  64 
Io veggio Anima mia fiera tempesta  85 

Alla Sereniss. Infante di Spagna.

In voi spiegò sue meraviglie altere  10 
Io non t’amo crudel, che me l’ contende  144 
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Indarno giri i lusinghieri sguardi  187 
Il Tempo al fin col suo girar cortese  188 
Io vissi un tempo (ond’hor meco mi sdegno)  213 

L

Le perle già di rugiadoso humore   10 
Lassa pur veggio il loco, ove solèa  82 
Luci, ond’hà lume il Sol se non vi spiace  99 

Al Christianiss. Rè di Francia.

Là vè già scorse horribil Marte, e fiero  143 
La sera desiar, odiar l’aurora  148 
Là ver l’occaso il desir mio si volve  182 

Risposta al Sig. Gabriello Chiabrera.

La tua gran Musa hor che non può? quand’ella  200 

M

Mentre quasi liquor tutto bollente  36 
Morfeo gentil se nel mostrarmi solo  37 

Al Sig. Cardinal Cinthio Aldobrandini.

Mille scorgo là sù faci immortali  63 
Misera io chiamo pur, ma chiamo indarno  98 
Ma dimmi tù de’ miei pensier beatrice.  109 
Ma (lasso) ch’io vinto dal duol vaneggio  110 
Mille fiate io frà me dico, e donde  173 
Mi tornan pur (bench’io ’l ricusi) in mente  176 
Mille strali d’Amor nel petto affissi  194 

Del Sig. Iacopo Castelvertro all’Autrice.

Mill’altre, sì, ch’ebber nel seno accolte  203 

Risposta.

Miro in gentil lucido VETRO accolte  204 
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Al Sig. Paolo Odone.

N

Ne l’invido silenzio deve ancora  65 

Alla Sig. Duchessa di Sora.

Nostro terreno Ciel la fronte lieta  74 
Nessun’altro pensier da me disvìa  83 
Nel bel, che ’n te mostrommi il Ciel fondai  130 

Del Sig. Gabriello Chiabrera all’Autrice.

Nel giorno, che sublimi in bassi manti  200 

Risposta al Sig. Conte Ridolfo Campeggi.

Nè tuoi bei campi, che virtute infiora  206 
Nemico Amor anco à miei danni sorgi?  209 

O

O non men crudo, e rio, che bello, e vago  10 
O infausti habitator del cieco Averno  35 
O de l’anima mia nobil tesoro  36 
Ove son lusinghier quelle soàvi  78 

Alla Christianiss. Regina di Francia.

O di felice Heroe sposa felice  85 
O nemico, ed ardito mio pensiero   108 
O imagine bella di colui  182 

P

Pensier, ch’eternamente il cor m’assali  11 

Al Sig. Cardinale Pietro Aldobrandini.

Pietra da cui novo Mosè CLEMENTE  53 
Piaggia beata, che gioivi al canto  82 
Pastor, che ’n questi sassi, e ’n queste piante  89 

Al Sig. Duca di Parma.

Poscia, che sparsi in ogni parte à terra  94 
Perche m’ascondi l’uno, e l’altro sole  123 
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Perche Nisa mio ben, perche mia vita  131 
Poiche fin qui trà noi partimmo il bene  133 
Piansi gran tempo, ed hebbi il cor piagato  177 
Per te non fia, ch’io più m’adorni, e terga  188 
Poscia, ch’io non son più d’Amor seguace  192 
Pria, che s’armi Madonna à vostri danni  193 

Q

Qual ruscello veggiam d’acque sovente 
Questa, che nel mio cor doglia sì serra.  11 
Quando fien del mio cor salde le piaghe  14 
Quando sdegno gli sproni aspri, e pungenti  26 
Qui solitaria vivo, se pur vita  27 
Quì del bel guardo il vivo ardor m’assalse  28 

Al Sig. D. Carlo Doria.

Qualhor ti veggio al duro aspro governo  41 
Qual travagliata Nave io mi raggiro  44 
Quando alluma nascendo il Sol la terra,  49 

Al Sig. D. Girolamo Centurione.

Qual Fenice sarà, che l’auree piume  55 
Quanto me stessa alhor (lassa) ingannai  83 

Al Sig. Duca di Parma.

Qual m’agita furor? qual ne la mente?  113 
Quì dove risplendean Teatri, e scene  113 

In morte della Sig. Laura Guidiccioni Lucchesini.

Quanti trofèi già d’arme vaga, e quanti  124 

Sopra ’l sepolcro del Sig.Cavagliero Gio.Bologna Scultore

Questi avvivando i duri bronzi, e i marmi  128 
Quella, che ne’ vostr’occhi fiamma io scersi  129 
Quegli, onde l’alma è già da me divisa  133 
Quando le chiome fiammeggianti, e bionde  147 
QUel volto, ch’io sospiro, quel bel volto  150 
Quando le chiome havran perduto l’aura  154 
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Alla gran Duchessa di Toscana.

Quel celeste candor, che ’n te si vede  160 
Quando à raggi d’Amor prìa si scaldaro  172 
Qualhor ti veggio tosto al cor mi scende.  177 

Risposta al Sig. Gio. Tomaso Gallarati.

Qualhora per sottrar la mente grave.  205 

S

S’alcun fia mai, che i versi miei negletti. 
S’avverrà mai, ch’ad alcun pregio arrive 
Spirando laure placide, e seconde 
Se quello, ond’io mi stillo à parte à parte.  17 

Al Sig. Conte di Fuentes.

S’à feroce destrier premendo il dorso  18 
Stolto mio cor à che vaneggi? e quale  19 
Speme fallace à che pur l’ale impiumi.  33 

Alla Sig. D. Marfisa d’Este Cibò.

Se formasser le stelle humani accenti.  34 

Alla Sig. Duchessa di Modona.

Se da le sfere, onde ’l valor prendeste.  61 

Al Sig. Paolo Agostino Spinola.

Se con la man di rose al Cielo intorno.  69 
Se l’onda ò Tirsi altier di questo Rìo  89 
Scoprami pur’ Amor di sdegno armate  99 
Se prato io veggio di bei fiori adorno.  103 
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Al Christianissimo Rè di Francia.

S’avverrà mai, che di tamburi, e d’armi  130 
Son pur note di Tirsi, ei pur di Fille  131 
S’alhor, che fatta esca infelice i’ arsi  137 
S’infinito gioir mal chiude un core  161 
Sì dolce è ’l guardo, che ’l mio core invesca.  164 

Al Sig. Marchese Pirro Malvezzi.

Se nobil Donna varie gemme, ed ori  168 
Se col guardo sereno alto desire   170 
Se brami, che per te si strugga il core  181 
Siete Madonna pur d’humane tempre  186 
S’ardente nel mio cor foco accendeste.  189 

Risposta al Sonetto del Sig. Vincenzo Pitti.

Se pur è ver, che sfavillando fuori,  201 

Risposta al Sig.Gherardo Borgogni.

Se tù, che quì frà noi splendi cotanto.  202 

Del Sig. Hercole Tasso all’Autrice.

Se quant’io osservo voi tanto foss’io  206 

Risposta.

Se i fieri Serpi Hercole invitto estinse  207 
Se per quelli salvar, ch’errar vedesti  208 
Sgombra, sgombra da te mio tristo core  212 
Sgombrate quel desir, che ’ncende, e strugge.  213 

T

Tu che de’ più famosi, e de’ più chiari. 
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Al Sig. D. Giovanni de’ Medici.

Tù per proprio valor sì chiaro splendi  42 
Tirsi dolce mio ben se dal valore  47 
Tirsià a Filli dicea, Filli ben mio  59 
Trahendo i giorni in feri aspri lamenti.  114 

Sopra l’esser caduto il Sig. Giannettino Spinola in un fiume.

Trà quanti scopre il Sol co’ raggi ardenti.  140 

Al Sig. Carlo Cremona.

Trar da le occulte vie de l’ima terra.  159 

Alla Sig. D. Marfisa d’Este.

V

Vago di preda un pescator sedèa  114 
Voi cui l’ardor d’amor, l’ardor degli anni.  211 


Il fine della Tavola de’ Sonetti.