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TAVOLA. 297

Del Sig. Gio. Tomaso Gallarati all’Autrice.

Fatto per te Comica Illustre i’ veggio  204 
Fuggite homai cure noiose, e frali.  212 

G

Già vidi occhi leggiadri, occhi, ond’Amore  26 

Del Sig. Vincenzo Pitti per l’Autrice.

Già non poss’io da lunge il bell’aspetto  201 

Al Sig. Cardinale Cinthio Aldobrandini.

H

Hor qual vegg’io sotto sembiante humano  16 
Hò ben sentito rallentarsi i nodi  98 
Hora, che dolce tremolar le frondi  103 
Hor, che del Cielo il più bel lume, e spento  109 
Honor de’ miei sospir, luci serene  122 
Hor, che pieno d’ardor fremendo rugge  149 

Al Sereniss. gran Duca di Toscana.

Hor poi che note sì soàvi, e scorte  169 

In morte del Sig. Torquato Tasso.

Hor qual grave per l’aria odo lamento?  195 
Hor che strale d’Amor più non m’offende.  208 

Al Sig.Don Ferrando Gonzaga.

I

Ilio caduta alzò col nobil canto.  13 
Io, che già vidi in me quegli occhi ardenti.  62 

Alla Sig. Placidia Grimaldi.

Infrà le sete, infrà le gemme, e gli ori  64 
Io veggio Anima mia fiera tempesta  85 

Alla Sereniss. Infante di Spagna.

In voi spiegò sue meraviglie altere  10 
Io non t’amo crudel, che me l’ contende  144 

Indarno