Rime (Andreini)/Sonetto V
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Isabella Andreini - Rime (1601)
Sonetto V
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SONETTO V.
S
Pirando l’aure placide, e seconde Al lampeggiar di due luci serene
La nave del desio carca di spene
Sciolse ’l mio cor da l’amorose sponde;
Quando ’l raggio benigno ecco s’asconde,
E spumoso fremendo il Mar diviene,
Ed hor al Cielo, hor a le negre arene
Del profondo sentier ne portan l’onde;
Cresce la tempestosa empia procella:
Tal che la tema è viè maggior de l’arte,
E vince ogni saper Fortuna avversa.
Così tra duri scogli in ogni parte
Spezzata la mia debil Navicella
Ne gli Abissi del duol cadde sommersa.