Rime (Andreini)/Sonetto LXVI
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Isabella Andreini - Rime (1601)
Sonetto LXVI
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SONETTO LXVI.
S
E con la man di rose al Cielo intorno La sposa di Titon gigli, e viole
Sparge; ne scopre, che sereno il Sole
Trarrà dal Gange un luminoso giorno.
Così se di virtù bel raggio adorno
Avvien, che ’n verde età l’alme console,
D’alta gloria messaggio ei dir ne suole
Trà più degni havrà questi un dì soggiorno.
Hor godi tù, che del tuo Sole stesso
Fatto Spinola se’ gioconda Aurora,
Onde t’aspetta de le Muse il Choro.
Di nobil cetra la tua destra honora
Febo, e già spunta in riva al gran Permesso
Per adornarti il crin vergine Alloro.