Rime (Andreini)/Sonetto LXV
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Isabella Andreini - Rime (1601)
Sonetto LXV
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SONETTO LXV.
N
E l’invido silenzio deve ancora Starsi per me tua gran virtù sepolta
Odon ? ah non sia ver. mia lingua sciolta
Da bel desir desti la music’ora.
Forse io sarò di qualche Sol l’Aurora,
Che scoprirà quanta sia ’n te raccolta
Diva bontà; così di man fia tolta
Tua gloria à lui, che ’l tutto empio divora.
Se accenna il tuo valor mio carme humile,
Molti si vedran poi spirti famosi
Portar tue lodi al Ciel con chiaro stile.
Solo snoda così canti amorosi
Il Rosignuol, poi l’armonìa gentile
Mille al canto ne trahe frà i rami ascosi.