Ricchi e poveri
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RICCHI E POVERI.
Quando falciavo il fieno, per la via saliva il Prefetto seduto nel suo coup? lucente; su morbidi cuscini il suo corpo affondava; tirato da due cavalli, andava a maraviglia. lo, che avevo di sudore la camicia bagnata, che non ho potuto mai vivere che lavorando, dissi: Felice quei che ha la borsa fornita! Se fossi nato Prefetto, non suderei spesso. il) Giovanissimo poeta, che aveva dato belle prove del suo ingegno. In servizio militare a Mone, venne, una notte, barbaramente ucciso e gittate nel Rodano. Alcuni momenti dopo passò un povero vecchio, calzato di zoccoli di legno, che zoppicava. Colle sue bisaccie sul collo, per le case si fermava; appoggiato a un bastone, correva penosamente. Ed io che del Prefetto invidiavo la condizione, pensai allora: mi lamento I Come ho torto I Se Dio m’avesse fatto diventare come quel vecchio che passa! E da quel giorno son contento della mia sorte!
Paul Froment (1)
(1878-1898).
RICHES E PAURES.
Quan dalhabi lou fe, pel la routo mountabo
Lou Prefèt assetat dins soun coupé lusen.
Sus moufles couissinets soun darrè s’enfouncabo;
Trainat per dus chabals anabo coumo ’n ben.
lou, qu’abioi de susou la camiso trempado,
Que n’èi pouscut jamai biure qu’en trabalhen,
Disioi: Urous aquel qu’a la bourso ferrado!
S’èri nascut Prefèt, susayoi pas souben.
Quauques moumens après un bièl paure passato,
Caussat d’esclots de boi, tout en garrelejen.
An sas biassos sul col pes oustals s’arrestabo:
Apuiat d’un bastou courriò peniblomen.
E iou, que del Prefèt jelousabi la piago,
Iou pensèri labets: Me piangi 1 Coumo èi tort!
Se Diu ra’abiò metut coumo aquel bièl que passo!
E dumpèi aquel jour, sèi counten de moun sort.
(S. D. del Querce) (Armatiti/ (iarounent — A. 18Q4i.