Raccolta di rime antiche toscane - Volume primo/Brunetto Latini
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BRUNETTO LATINI.
NOTIZIE STORICHE DI BRUNETTO LATINI.
Brunetto Latini nacque in Firenze da Buonacorso figliuolo di Latino de’ Nobili di Scarniano: s’ignora l’anno della sua nascita, e la sua prima giovinezza. Costui esercitò la professione di Notaro, e fin dall’anno 1245, si vedono istrumenti del suo ufficio. Abitava nel Sesto di Porta del Duomo, ed era di partito Guelfo: onde avvenne, che nell’anno 1260, essendo già per senno, e per dottrina nella sua patria molto riputato, fu spedito da’ Guelfi ambasciadore ad Alfonso Re di Castiglia a pregarlo, che ad essi, passando per quella citta, ogni suo favore prestasse contra il potente Manfredi, che d’accordo alli Ghibellini, ed ai Senesi minacciava opprimere la Repubblica. Mentre stava in tale ambascería accadde la sanguinosa giornata di Monte Aperti, dove i Guelfi furono miserabilmente sconfitti. Brunetto allora prese volontario sbandimento dalla patria, e andò ad abitare in Parigi, dove formò in lingua Francese un bellissimo, ed utilissimo libro, il quale chiamò Tesoro: notabile monumento delle sue vaste cognizioni. Compendiò inoltre l'Etica d’Aristotile, volgarizzò la Rettorica, ed alcune Orazioni di Cicerone, e compose il Pataffio, il quale è una lunghissima frottola, o sia un accozzamento di motti, proverbj, e riboboli, che a quel tempo usavano in Firenze, e oggi di cento non se n’intende pur uno: quest’opera credesi il modello delle Terze Rime. Compose medesimamente il Tesoretto, che si offre il primo in questa raccolta, ed alcune Rime, che si conservano nella Chigiana al cod. 580. Morì nell'anno 1294. in Firenze, e fu onorevolmente seppellito nel Chiostro di S. Maria Maggiore. Fu egli dotto, e saggio, e per natura grave, e severo, piacevole motteggiatore, ed ameno, e pieno di modestia. Meritò d’avere sotto la sua disciplina Guido Cavalcanti, e Dante Alaghieri, i quali rendono vie più celebre la memoria di questo rispettabile valentuomo.
Testi nella raccolta
- Il Tesoretto
- Il Favolello
- Lauda per un morto
- Sed io avessi ardir, quant'i' ho voglia
- Sonetto in morte di Maestro Brunetto
avvertimento.
Queste Poesie sono state copiate dall’Edizione fatta in Torino nel 1750. nella Stamperia Reale, e da quella fatta in Napoli nel 1788. da Tommaso Chiappari.