Rabbia mi morde el cor con maggiur izza
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Questo testo fa parte della raccolta XXII. Ser Cecco Nuccoli
V
È indignato contro la madre di Trebaldino, perché ostacola il suo desiderio.
Rabbia mi morde el cor con maggiur izza,
che quella, che conquise Bonifazio:
benigno aspetto d’un desso, ch’io sazio
4si del bel cor, che ’nmaginando frizza,
Luccia l’adombra, ché per me se drizza
sovr’al suo figlio a far diverso strazio,
dicendo sempre: — Io non ti darò spazio,
8ladro, che tu mai parie a quel, ch’attizza. —
Cosi è questa crudel de pietá nuda,
piú, che non fu a! suo tempo Medea:
11ch’el mio sparvier ha ucciso ne la muda.
Ma ella coi van pensier se fa un’idea;
ma la natura ’l dá, ch’el gioven faccia,
14en ne la sua etá, cosa, che i piaccia.
S’el mio ci è morto, non è cosa nova,
ché quel de Giovannel ne fe’ giá prova.