Quattro leggende (Jacopo da Varazze)/Leggenda III

Leggenda della Nativitade di Santo Giovanni Battista

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Jacopo da Varazze - Quattro leggende (1849)
Traduzione dal latino di Anonimo (XIV secolo)
Leggenda della Nativitade di Santo Giovanni Battista
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LEGGENDA

DELLA NATIVITADE DI SANTO GIOVANNI BATTISTA




Santo Giovanni Battista è innominato in molti nomi. Onde è detto San Giovanni Profeta; e in ciò si manifesta lo suo sottile e alto conoscimento. Ed è detto amico dello Sposo, cioè di Cristo Sposo della Santa Ecclesia; e in ciò si dimostra lo speziale amore inverso lui di Cristo. È detto lucerna ardente; e in ciò s’intende fervente santitate. È detto Angelo; e in ciò s’intende lo brivilegio della virginitade. È detto voce; e in ciò s’intende l’umiltà sua. È detto Elía; e in ciò s’intende ch’è degno d’ogni onore. È detto Battista, cioè battezzatore del Salvatore. È detto banditore del giudice; e in ciò s’intende la eccellenzia della sua predicazione. È detto precursore; e in ciò si dimostra lo suo eccellente e sollicito studio ad apparecchiare l’anime a Dio. La nativitade di Santo Giovanni Battista fue in questo modo annunziata da Gabriello Arcangelo. David, re di Ierusalem, volendo accrescere e aggrandire e multiplicare lo sacrificio di Dio, lo quale facevano li fedeli di Dio nel vecchio Testamento, ordinòe c’avesse nel tempio xxiv, li quali erano chiamati sommi pontefici, ma uno di questi era maggiore, ed era chiamato princeps sacerdotum, lo principale delli sacerdoti. Onde della schiatta di Eleazar ve ne puose xvi, e di quella di Itamar ne puose viii, e ordinòe che ciascuno la sua settimana offeresse lo sacrificio, e ponesse lo ’ncenso all’altare; e Abía ebbe l’ottava settimana; della cui generazione fue Zaccaría, vecchio egli e la moglie sua Elisabet, e non avevano figliuoli. E Zacchería incensando la sua settimana l’altare, e ’l popolo aspettando di fuori, l’Angelo Gabriello venne a lui. E Zacchería ebbe grande paura quando lo vide. E l’Angelo disse: Non temere Zacchería; imperciò che la tua orazione è esaudita da Dio. Qui dice la chiosa, che propia cosa è delli buoni Angeli, quando appariscono, che confortano altrui: ma li rei angeli, cioè li demoni, quando altri teme, sì accrescono la paura. E disse l’Angelo a Zacchería: Tu avrai uno figliuolo, lo quale avrà nome Giovanni; lo quale non berà vino nè siccera; e andrà dinanzi al Segnore, cioè precederà Cristo con vertute e con ispirito simile a quello di Elía Profeta. Santo Giovanni è chiamato Elía per quattro ragioni. La prima è per lo luogo; imperciò che amendue stettero nel diserto. La seconda è per lo cibo [p. 12 modifica]e per lo vestimento; che amendue furon d’un modo1 vestiti e pasciuti. La terza è per l’uficio; c’amendue furono precursori; ma quegli del giudice, e questi del Salvatore. La quarta è per amore, c’avevano di Dio. Onde la parola dell’uno e dell’altro ardeva come una facellina. E Zacchería, considerando ch’era vecchio e la sua moglie era sterile, incominciò a dubitare: e secondo ch’è usanza delli Giudei, chiese alcuno segno all’Angelo come potesse essere ciò c’avesse detto. E l’Angelo, imperciò che Zacchería no gli credette, sì gli mandò sopra la piaga della taciturnitade, cioè che li tolse la potenzia del favellare. Dovemo notare che suole altri dubitare sanza colpa in quattro modi. Lo primo è quando la promessione è quasi fuori di modo grande; sì che quasi nolla2 puote credere colui, a cui è fatta, secondo che si legge d’Abraam. Onde quando Dio gli promise che ’l suo seme, e li suoi discendenti possederebbero la terra cananea, Abraam, dubitando come potesse essere così grande promessione, disse: Oi, Segnor mio, come posso io sapere che sia vera la tua promessione? Allora li fue dato certo segno di ciò. Lo secondo modo è quando colui, a cui è fatta la promessione, reputa se medesimo insufficiente e debole a ciò, secondo che fue detto a Gedeone: Tu liberrai la cittade e ’l popolo di Ierusalem: ed egli dubitando, disse: O, Segnor mio, come potrò io liberare Ierusalem, con ciò sia cosa che ’l mio casato è basso e vile, e io sono minimo nella casa del mio padre? E domandòe segno come potesse essere questo: ebbelo. Lo terzo è quando la promessione pare ragionevolemente impossibile, secondo che fue quando Dio disse ad Abraam: La tua moglie Sarra ingraviderà, e avrà figliuolo: e Sarra incominciò a ridere dopo l’uscio, e disse; Poi ch’io sono invecchiata, e ’l mio marito è vecchio, avrò figliuoli? quasi dica; non è cosa creditoia. Perchè dunque solamente Zacchería dubitando fue più battuto che quelli che detti sono? conciò sia cosa che la promessione che fatta li fue pareva impossibile, come quella d’Abraam, e questi non fuorono battuti. E dovemo sapere che fue battuto Zacchería per due cagioni. La prima fue, per accrescere lo miracolo, e in quello parto riavendo Zaccaría la favella, fue miracolo, e l’uno con l’altro fue maggiore. La seconda cagione fue, imperciò ch’egli domandò segno da Dio, come potesse dare fede alla promessione; e Dio li diede quello segno, che gli tolse la favella. E uscendo Zacchería fuori del tempio, e avendo perduto la potenzia del favellare, diede alcuno [p. 13 modifica]segno al popolo ch’era di fuori del tempio, c’avea veduta alcuna visione nel tempio. E quando ebbe compiuta la sua settimana del suo officio nel tempio, tornòe alla sua casa, e fue ingravidata Elisabet: e sentendosi gravida stette cinque mesi nascosa: e la cagione fue, secondo che dice Santo Ambruogio, imperciò ch’ella si vergognava essere pregna3 in vecchiezza, e che non credesse altri ch’ella desse opera alla volontade e al desiderio della carne in sua vecchiezza; e per tutto ciò era allegra di non portare la vergogna della sterilitade, imperciò che è vergogna alle femine non avere il frutto del matrimonio, per lo quale si fanno le nozze, e per lo quale si scusa lo carnale congiugnimento del matrimonio con la moglie. E nel sesto mese la beata Vergine Maria, la quale avea già conceputo nel suo ventre lo Salvatore, vogliendosi rallegrare con colei, c’avea perduta la sterilitade, e avendo compassione alla sua vecchiezza, andòe ad Elisabet a casa sua. E quando la salutòe, Santo Giovanni, essendo già ripieno dello Spirito Santo, sentìo venire a sè lo Figliuolo di Dio, e per l’allegrezza si rallegròe nel ventre della madre; e movendosi lo salutòe, non potendolo salutare con voce: onde si rallegrò quasi come volesse salutare, e fare reverenzia. La beatissima Vergine Maria stette con la sua cognata tre mesi servendola; e quando fue nato lo fanciullo, la Vergine prima lo levò di terra, e come ella fosse vecchia, lo seppe diligentemente governare e conciare. Qui dovemo sapere che Santo Giovanni ebbe nove privilegii singulari e speziali dalli altri Santi. Lo primo fue, che quello medesimo Angelo, che annunziò Cristo, annunziò lui. Lo secondo, che si rallegrò nel ventre della madre nello avvenimento della Vergine Maria. Lo terzo, che la madre di Cristo prima lo ricolse in sue mani. Lo quarto, che fue sciolto la lingua del suo padre quando egli nacque. Lo quinto, che prima ordinòe lo battesimo. Lo sesto, che dimostròe Cristo col dito alla gente, e alli discepoli suoi. Lo settimo, che con le mani sue battezzò Cristo elli. L’ottavo, che Cristo lo commendòe e laudò più che neuno altro Santo. Lo nono, che stando egli nel limbo, annunziò a coloro che v’erano, che tostamente Cristo [p. 14 modifica]verrebbe a loro, lo quale era venuto nel mondo. E per questi nove privilegii è chiamato da Dio Profeta, e più che Profeta. La vita di Santo Giovanni fue santissima, quanto alli costumi suoi; onde fue chiamato Angelo da Dio. Onde dice lo Profeta Malachía: Io mando l’Angelo mio, che apparecchi la via davanti alla faccia tua. È detto Agnolo, imperciòe che ebbe in sè, e adoperòe l’oficio di tutti li Agnoli. Prima ebbe officio de’ Serafini. tanto è a dicere Serafino, quanto ardente spirito nel divino amore: imperciò che li Serafini, più che tutti li altri, sono accesi dell’amore di Dio. E di Santo Giovanni si dice nello Ecclesiastico: Surrexit Elias quasi ignis. Levossi Elía, cioè Giovanni con fuoco acceso. Ebbe officio de’ Cherubini. onde tanto è a dire Cherubini, quanto pieni di sapienzia. E Santo Giovanni fue pieno di scienza, perciò che fue termine del peccato, e fue principio della grazia. Ebbe officio de’ Troni. tanto è a dire Troni, quanto spiriti c’hanno a giudicare. E Santo Giovanni giudicava e riprendeva Erode, quando disse: Non è licita cosa a te, che tegne4 la moglie del fratello tuo. Ebbe officio delle Dominazioni. ciò sono spiriti, li quali ci ammaestrano come dovemo segnoreggiare li nostri sudditi. E Santo Giovanni era amato dalli suoi sudditi, e era temuto dalli re e da’ signori. Ebbe officio delli Principati, li quali sono spiriti che c’insegnano avere reverenzia alli nostri maggiori. E Santo Giovanni dice di se medesimo: Non sono degno di sciogliere li calzamenti suoi, cioè del suo Signore. Ebbe officio di Potestati: ciò sono spiriti c’hanno a costrignere l’avversarie Podestadi: ciò sono demoni, e dalli quali non fue soperchiato Santo Giovanni, e dalli quali elli ci liberòe quando ci disponeva e ordinava al battesimo della penitenzia con le sue predicazioni. Ebbe officio delle Virtudi: ciò sono spiriti per li quali Dio fa li miracoli. E Santo Giovanni fece molti miracoli, e dimostrògli in se medesimo. Grande miracolo fue mangiare mele salvatico e locuste, e vestire peli di cammello, e stare nel diserto, e molti altri che fece. Ebbe officio d’Arcangeli quando revelava le maggiori cose a noi, secondo che si perteneano alla nostra salute, e al nostro ricomperamento, quando ci mostrava e insegnava conoscere Cristo, dicendo: Ecce agnus Dei, qui tollit peccata mundi. Ecco l’agnello di Dio, lo quale perdona e spegne le peccata5 del mondo. Ebbe officio d’Angeli quando annunziòe le minori cose, cioè le cose che si pertegnono alli nostri costumi, e alla conversazione c’avemo l’uno con [p. 15 modifica]l’altro. Onde diceva: Poenitentiam agite, et neminem concutiatis. Fate penitenzia, e non fate ingiuria l’uno all’altro. Dovemo sapere che la nativitade di Santo Giovanni si celebra per tre ragioni. La prima si è, perciò che fue santificato nel corpo della madre sua. La seconda è, perciò ch’egli prima annunziòe a noi la eternale allegrezza, cioè Cristo. La terza è, imperciò che l’Angelo disse: In nativitate eius multi gaudebunt. Nella sua nativitade molti si rallegreranno. E perciò degna cosa è, che noi ci rallegriamo nella sua nativitade. Dovemo sapere che Santo Giovanni ebbe in sè la perfezione di tutti li Santi. Onde egli fue Profeta, quando disse: Qui post me venturus est, ante me factus est. Quegli che verrà dopo me, fue fatto prima di me. Fue più che Profeta, quando col dito mostrò quello che profetavano li Profeti con la lingua. Fue Apostolo, perciò che fue mandato da Dio. Onde fuit homo missus a Deo, cui nomen erat Johannes. Fue mandato da Dio uno uomo c’avea nome Giovanni. Fue martire, imperciò che per la giustizia sostenne morte. Fue confessore, perciò che confessus est, et non negavit. Confessòe Cristo, e nol negòe. Fue vergine; onde per la virginitade sua fue chiamato Angelo: Ecce ego mitto Angelum meum. Io mando l’Angelo mio. Dovemo sapere, che questo dìe della nativitade di Santo Giovanni Battista passò di questa vita Santo Giovanni Evangelista, cioè in simigliante dìe, rivolti anni. Ma celebriamo la sua festa nel terzo dìe dopo Natale; imperciòe che in quello dìe fue dedicata6 la sua ecclesia, e la nativitade del Batista si rimane nel suo dìe. Ancora dovemo sapere che non è convenevole cosa di contendere qual sia in paradiso maggiore tra il Batista, o lo Evangelista, secondo che molti contendono; e questo fue mostrato miracolosamente da Dio. Onde furono due dottori della divina Scrittura, l’uno delli quali faceva maggiore lo Batista, e l’altro lo Evangelista; e di ciò dovevano disputare insieme palesemente. E avendo ordinato lo dìe della disputazione, ciascuno procacciava le autoritadi e le ragioni, con le quali potesse provare e magnificare quello che più aveva in animo. E la notte dinanzi [p. 16 modifica]che e’ dovevano disputare, ciascuno Santo Giovanni apparìo in visione al suo esaltatore, e magnificatore, e disse: Noi semo7 bene accordati in cielo. imperciò non disputate più di noi in terra. Fue uno Cardinale, c’avea nome Paulo, lo quale nel sabato santo, dovendo benedicere lo cero, perdette al tutto la voce, sì che non poteva più cantare. Ed egli devotamente fece ad onore di Santo Giovanni Battista lo suo inno, acciò che li rendesse la voce, come riebbe la lingua Zacchería, e quello inno comincia: Ut queant laxis Resonare fibris; e secondo che nel primo verso addomandòe, così li fue renduta la voce, per la vertude del beatissimo Giovanni Battista, qui cum Christo in perpetuum regnat. Amen.




Note

  1. Cioè Egualmente, D’un medesimo modo, non dissimile da quel di Dante Par. 3. 90. La grazia del sommo Ben d’un modo non vi piove.
  2. Cioè non la.
  3. Pregno, di donna lo disse anche Dante Par. 13. 84. Così fu fatta la Vergine pregna; e ’l Dav. Tac. Ann. 1. 21. Tre legioni e tre legati atterrai io, che non guerreggio con tradigioni, nè con donne pregne, ma a viso aperto con cavalieri, e armati: ma oggi, singolarmente in Toscana, non si direbbe che della femmina degli animali; e chi lo dicesse di donna sarebbe reputato villano, e peccante contro la proprietà. Di donna si dice gravido, o incinto.
  4. Vedi la nota 4. a facc. 5.
  5. Nota, lettore, spegnere detto del peccato, che è metaf. assai vaga. Le peccata poi, con desinenza nel plurale in A, a guisa dei neutri latini per i peccati, l’usò anche Dante Par. 17. 33. L’Agnel di Dio, che le peccata tolle. Di questa fatta nomi ha non pochi la lingua nostra appo gli Antichi, e molti sono già registrati nella Crusca, ed altri vi si potrebbero registrare, come le merita, che si legge nella Vita di S. Elisab. 48. Allora da tutt’i suoi parenti ed amici fue chiamato le merita di Santa Elisabet; e le indizia, che si ha nella Vita stessa pag. 49. Le cui indizia di morte erano queste ec.
  6. Così leggo colla scorta del latino che dice dedicata fuit. Il codice ha edificata.
  7. Cioè siamo. Vedi la nota 1. facc. 1.