Provarsi a celebrar lingua mortale
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II
PER LA MEDESIMA
Provarsi a celebrar lingua mortale
L’alta del Paradiso imperadrice,
Fora, siccome uom dice,
D’Icaro dispiegar per l’aria l’ale;
5O trarre il carro per la via Febea,
Con possanza di mano Fetontea.
Per l’eccelso Sïon della sua gloria,
E del sacro Giordan lungo il confine,
Già fêr voci divine
10Pur su cetere eterne alta memoria,
E dolce ivi ne fan conserva i venti:
Or corriamo a raccor di quegli accenti.
Su quel Parnaso un dì lui che risplende
Per sommo senno ed ha di saggio il vanto,
15Così disciolse il canto:
Chi è costei che dal deserto ascende
Ricca di pregi e di tesori immensi,
E sul Diletto suo salda sostiensi?
Felice udir, felice allor che usciro
20I segreti pensier di quel gran seno!
Chè tranquillare appieno
Può sacrata favella ogni martiro;
E parola celeste altrui ricrea,
Ne men felice udir, quand’ei dicea:
25Come sei bella, o del mio core amica,
O come, amica del mio cor, sei bella!
Gli occhi di Colombella,
Acciocchè dell’interno altro non dica,
Là ’ve guardo non giunge, e son siccome
30Greggia di capre in Galaad tue chiome.
Il collo tuo, quale il castel, che adorno
Già fece il buon David d’alte difese;
Stan ne’ tuoi muri appese
Armi di Forti, e mille targhe intorno:
35E d’intorno ad ognor sen vola fuore
Dal tuo vestir, come da incenso odore.
Così cantava, e per letizia mute
Stavano ad ascoltar l’aure serene:
Ma or lingue terrene
40Quelle note iterar non han virtute.
Oh fortunata di Sïon la riva,
Quando in tal modo contemplarlo udiva!
Chi è costei che se ne va qual suole
Novell’Alba salir dall’aria bruna?
45Bella come la Luna,
Eletta e singolar siccome il Sole,
Terribile non men che un campo armato
Fuor delle tende a guerreggiar schierato?