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78 poesie

Miseri noi! mentre a gli altari, a i figli
     Crudo impero sovrasta, empj dispregi,
     Di pio sangue fedel caldi e vermigli
     40Fansi di Francia i colli. Ah Duci, ah Regi!
     Ma cieco di dolor, fervido d’ira,
     Gran senno fia depor l’arco e la lira.


CANZONI SACRE


I

PER LA BEATISSIMA VERGINE

A PEREGRINO GENTILE

Fra cotanti peccati, ond’io vo carco,
     E par che non mi gravi il giogo indegno,
     Qual far si potria segno
     Dirittamente di mie rime all’arco,
     5Se non Maria, che giù nel mondo infermo
     È saldo scudo a i peccatori e schermo?
Strano a pensar, che i sempiterni inviti,
     Perch’egli erga le piume al ciel stellante,
     L’umano ingegno errante
     10Ognor lascia tra l’aure andar scherniti;
     E vago l’uom di tenebroso albergo
     Volga a’ regni del Sol mai sempre il tergo.
Qual se con Orïon squadra ventosa
     L’ampie dell’oceán provincie infesta,
     15Atroce aspra tempesta
     Fa seco imperversar l’onda spumosa:
     Tal oggi l’universo altri discerne
     Alto agitarsi da procelle inferne.
Pronte a sprezzar, pronte a schernir le genti
     20Ogni freno, ogni legge, al Ciel fan guerra.
     Non ha pur uno in terra,
     Non ha pur un, che del gran Dio rammentinota:
     E nelle colpe immersa oltre misura
     Se stessa ogni alma più che smalto indura.
25Musa, che dal Parnaso in cielo ascesa
     De i più vivaci fior ti fai corona,
     Deh di’ come non tuona
     Dal Trono eccelso la Giustizia offesa?
     Chi sull’Olimpo a raffrenare è forte
     30La man zelante, onde gl’iniqui han morte?
Le sacre braccia, che fanciul portaro
     Lui che gli eterei campi empie di stelle,
     Le sacre alme mammelle,
     Che in terra il mar della pietà lattaro,
     35Maria discuopre, ed al Figliuol sospira,
     E quinci il placa, e quinci il toglie all’ira.
Malnati noi, se al suo pregar profondo
     Non s’addolcisse il gran Tonante irato!
     Ah che oggi arso e infocato,
     40Qual Pentapoli già cadrebbe il mondo,
     E scosso e sparso e sottosopra volto,
     Tra nembi e lampi ogni mortal sepolto.
Dunque, o Gentile, o pur che a sera i crini
     Si terga il Sole, e giù nel mar discenda,
     45O che coll’Alba ei splenda,
     Avvocata sì grande il Mondo inchini:
     Ognuno i voti, ognun raddoppi i prieghi
     Che sua possanza a nostro scampo impieghi.

II

PER LA MEDESIMA

Provarsi a celebrar lingua mortale
     L’alta del Paradiso imperadrice,
     Fora, siccome uom dice,
     D’Icaro dispiegar per l’aria l’ale;
     5O trarre il carro per la via Febea,
     Con possanza di mano Fetontea.
Per l’eccelso Sïon della sua gloria,
     E del sacro Giordan lungo il confine,
     Già fêr voci divine
     10Pur su cetere eterne alta memoria,
     E dolce ivi ne fan conserva i venti:
     Or corriamo a raccor di quegli accenti.
Su quel Parnaso un dì lui che risplende
     Per sommo senno ed ha di saggio il vanto,
     15Così disciolse il canto:
     Chi è costei che dal deserto ascende
     Ricca di pregi e di tesori immensi,
     E sul Diletto suo salda sostiensi?
Felice udir, felice allor che usciro
     20I segreti pensier di quel gran seno!
     Chè tranquillare appieno
     Può sacrata favella ogni martiro;
     E parola celeste altrui ricrea,
     Ne men felice udir, quand’ei dicea:
25Come sei bella, o del mio core amica,
     O come, amica del mio cor, sei bella!
     Gli occhi di Colombella,
     Acciocchè dell’interno altro non dica,
     Là ’ve guardo non giunge, e son siccome
     30Greggia di capre in Galaad tue chiome.
Il collo tuo, quale il castel, che adorno
     Già fece il buon David d’alte difese;
     Stan ne’ tuoi muri appese
     Armi di Forti, e mille targhe intorno:
     35E d’intorno ad ognor sen vola fuore
     Dal tuo vestir, come da incenso odore.
Così cantava, e per letizia mute
     Stavano ad ascoltar l’aure serene:
     Ma or lingue terrene
     40Quelle note iterar non han virtute.
     Oh fortunata di Sïon la riva,
     Quando in tal modo contemplarlo udiva!
Chi è costei che se ne va qual suole
     Novell’Alba salir dall’aria bruna?
     45Bella come la Luna,
     Eletta e singolar siccome il Sole,
     Terribile non men che un campo armato
     Fuor delle tende a guerreggiar schierato?