Prose della volgar lingua/Libro terzo/LXXVII
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Dicesi Forse, che cosí si pose sempre dagli antichi. Forsi, che poi s’è detta alcuna volta da quelli del nostro secolo, non dissero essi giamai. E dicesi Per aventura quello stesso. Gnaffe, che disse il Boccaccio nelle sue novelle, è parola del popolo, né vale per altro, che per un cominciamento di risposta e per voce che dà principio e via alle altre. Sono alcune altre voci, le quali, perciò che sono similmente voci in tutto del popolo, rade volte si son dette dagli scrittori; sí come è Mai, che disse il Boccaccio: Mai frate il diavol ti ci reca; che tanto vale quanto Per Dio, forse dal greco presa e per abbreviamento cosí detta, e ponsi piú spesso col Sí e col No che con altro, piú per uno uso cosí fatto, che per voler dire Per Dio sí o Per Dio no, come che la voce il vaglia. Altro vale la Mai, che disse Dante piú volte, sempre ponendoia con la Che:
Io vedea lei; ma non vedea in essa
mai che le bolle, che ’l bollor levava,
e altrove:
La spada di qua su non taglia in fretta,
né tardo, mai ch’al parer di colui,
che desiando o temendo l’aspetta;
perciò che queste due particelle Mai che, le quali dal medesimo poeta si dissero alcuna volta Ma’ che, vagliono come vale Salvo che o Se non o simil cosa. E sí come è Fa, dallui similmente una volta posta in queste medesime prose: Fa, truova la borsa, voce d’invito e da sollecitare altrui a fare alcuna cosa, che ora si dice Su piú comunemente. Quantunque ella alcuna volta vale altro, con ciò sia cosa che Fatti con Dio tanto a dire è quanto Rimanti con Dio. È oltre acciò Baco, voce che si dice a bambini per far loro paura, pure dal Boccaccio nella novella di messer Torello detta: Veggiam, chi t’ha fatto baco e ancora nel suo Corbaccio: Quivi, secondo che tu puoi aver veduto, con suo mantel nero in capo, e secondo che ella vuole che si creda per onestà molto davanti agli occhi tirato, va facendo baco baco a chi la scontra.