Progetto di una strada a guide di ferro da Venezia a Milano/Capo VIII

Capo VIII

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CAPO VIII.




Della sicurezza di Venezia contro ogni modo di conquista. — Perchè sia poco abile alle offese, e quanto gioverebbe che lo fosse. — A che miri il forte di Marghera. — Come il fine a cui mira possa cogliersi intieramente colla costruzione di un ponte. — Un ponte attraverso alla laguna occorrer anche per la strada di ferro. — A quali riguardi per la laguna soddisfar debba la di lui posizione e direzione. — A quali il di lui ricapito in Venezia. — Potersi e doversi adattarlo ad altri comodi, ad altre utilità.


Della sicurezza di Venezia contro ogni modo di conquistarla.

119. Venezia non fu mai conquistata, e non lo sarà. La natura l’ha tanto favorita dal lato della difesa, che né fame, né sorpresa, né forza possono insignorirsene per poco che l’uomo vi operi e vi vegli.

Tavola II.

120.Chiunque ha veduto l’Estuario, o soltanto ne conosce la di lui rappresentazione topografica, sarà convinto ch’è impossibile sorvegliar, e sempre, tutti que’varchi, anche se il blocco fosse generale per terra e per mare contemporaneo.

121. Per sorprendere Venezia bisogna prima sorprendere l’Estuario, una superficie di 172 miglia quadrate, attraversarlo su barche, per canali appositi, e non visti.

122. Venezia è in mezzo alla laguna viva, tra paludi e canali. Ha all’intorno, ora, nel flusso un mare continuo, ma così poco profondo, che nel più di esso non vi si può navigare in alcun modo, ed ora nel riflusso un suolo lutoso, e canali stretti.

Per mare bisogna entrare intanto dai porti difficili e pericolosi come tutti sanno, anche entrandovi senza contrasto, poi stabilirsi nell’Estuario e nei canali dell’Estuario, cosa più difficile ancora.

Per terra bisogna gettarsi nella laguna sopra piccole barche, e correre date vie.

I porti sono difesi: luoghi appositi ed armati spiano tutti i canali dell’Estuario; le isole, che la circondano le fan quasi scudo; dove sono rare sorgono in mezzo al paludo delle batterie isolate, ed in caso di guerra molte barche armate guardano i porti, i canali, le spiagge. Muovervi contro per oppugnarla così [p. 32 modifica]sull’acqua, sul paludo tra tante offese stabili e mobili sarebbe follia, il riuscirvi impossibile: e ne sia comprova, che a’giorni nostri, né l’ardire più smisurato del mondo, né la costanza d’ogni prova più forte lo tentarono.

Perchè sia poco abile alle offese, e quanto gioverebbe che lo fosse.

123. Ma quello che fa unica la difesa di Venezia è appunto ciò che d’altro lato la rende, considerata da sola, quasi impotente alle offese: perché se in caso di guerra non si può entrare nell’Estuario senza esser veduti e rispinti, non si può poi, od almeno è assai difficile, l’uscirne.

124. Quest’affare è di gran momento perchè la posizione di Venezia è tale, che in caso di guerra un forte presidio in essa con uscite sicure e facili, ajutato, se fosse per occorrere, da un qualche nerbo di soldati speditivi dalle coste vicine, o dal non lontano Trieste potrebbe non solo allargare di tempo in tempo l’ossidione, ma condurre a rovina, o tenere almeno in grave sospetto chi, venendo dall’ovest s’inoltrasse ardito ed incauto nella pianura bagnata dalla Piave e dal Tagliamento, e chiusa tra le Alpi ed il Mare.

A che miri il forte di Marghera.

125. Ed appunto per essere, stando in Venezia, abili alle uscite, si eresse sul margine dell’Estuario il forte di Marghera, che guarda verso la grossa borgata di Mestre.

Come il fine a cui mira, possa cogliersi intieramente.

126. Ma tra il forte di Marghera e Venezia vi è la laguna, e perchè quel forte colga intiero l’intento a cui mira ha bisogno di una comunicazione sicura, facile e pronta colla città; ha bisogno di un ponte che scambi con esso gli ufficj di protettore e di protetto, che nessuna sorpresa, nessun artificio possa improvvisamente distruggere; che sia valido ad accrescere la sorveglianza e la difesa della laguna, singolarmente alla gola del forte; che si possa difendere, per dir cosi, a passo a passo onde sia agevole, anche a fortuna sinistra, ritornare alle riscosse e che al caso di dover abbandonare il forte di Marghera alle proprie forze, ed alle poche ed incerte che gli potessero giugnere con barche dalla laguna, sia proprio il disperatissimo.

Un ponte attraverso alla laguna occorrere anche per la strada di ferro.
A quali riguardi, per la laguna, soddisfar debba la sua posizione e direzione.

127. Un ponte attraverso alla laguna occorre anche per giunere colla strada di ferro al mare, al porto, in una parola a Venezia.

128. La di lui posizione e direzione nella laguna vuol esser tale da non deviare i parti-acqua, da non contrastare le correnti, da ridurre le intersecazioni dei canali al minor numero possibile perchè lo stato fisico, la costituzione attuale di quell’ampio bacino non si muti.

A quali il di lui ricapito a Venezia.

129. Giova poi che il ricapito del ponte, il ricapito della strada di ferro in città sia in luogo piacevole a comune diletto; sgombro pei molti fabbricati che occorrono subito, e pei moltissimi che occorreranno in seguito; di approdo agevole, diviso in due parti disgiunte, una per le barche piccole pei passeggieri, [p. 33 modifica]l’altra pei legni maggiori, pei navigli; non in un angolo del perimetro dell’abitato, perchè il giugnervi sia per tutti il più presto possibile; di comunicazioni e diramazioni facili e pronte con tutte le parti della città, coi canali maggiori, coi porti.

Potersi e doversi adattarlo ad altre utilità, ad altri comodi.

130. E giacché un ponte attraverso alla Veneta Laguna costruire si deve, bisogna renderlo il più che si può utile e comodo alla città facendole atto e sicuro ai pedoni, capace di sostenere e di contenere un acquidotto d’acque dolci, che intanto valga a provvedere le cisterne della città, e pronto alla condotta del gaz-idrogeno-carbonato, perchè si possa non solo illuminare il ponte a gaz, ma diffondere, volendo, una simile illuminazione, o dalla città al Continente, o dal Continente alla città, a seconda che si troverà più utile e comodo lo stabilire i gazometri su questa, od in quello. E tanto più adattarlo si deve a questi tre ultimi usi, che pei due primi il desiderio è già sorto, e pel terzo l’esempio di molti luoghi, e di molte altre città potrebbero farlo sorgere facilmente.

131. Quindi presenti, la difesa generale dello Stato — la sicurezza di Venezia — quella del forte di Marghera, e lo scopo a cui mira — i riguardi dovuti alla Laguna — la custodia del ponte nei casi di guerra il di lui uso per le macchine a vapore locomotive, pei pedoni, per l’acquidotto, per la condotta del gaz-idrogeno — la comodità e l’amenità del ricapito — l’agevolezza di accesso — la venustà, e la solidità dell’opera — la sicurezza, la continuità dell’uso e l’economia nelle spese, si venne allo studio ed alla scelta della mossa — della direzione della linea, che dovrà percorrere -— del suo ricapito — dell’altezza del piano carreggiabile — della forma — dei materiali — delle pratiche, e delle diligenze di costruzione.



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