Prigione
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Questo testo fa parte della raccolta XIII. Da 'Psiche'
XXXV
PRIGIONE
Prigion vasta è la terra; ed a governo
di te, schiavo infelice, il dolor siede:
schiavo t’asconde l’utero materno;
prigionier nelle fasce il sol ti vede.
Le sue catene, anco fiorite, al piede
amor t’avvolge, e poi ti piglia a scherno:
in qual sia parte dell’umana sede,
d’altri e di te sei prigioniero eterno.
Qua cerchi indarno libertá: né il vero,
né il bello a te la reca. Aquila o lampo,
è un servaggio superbo il tuo pensiero.
La dolce donna, che tu sogni, ha stanza
forse e t’aspetta sotto i fior d’un campo,
che di prigion suprema ha piú sembianza.