Diporto a vespro per Firenze
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Questo testo fa parte della raccolta XIII. Da 'Psiche'
XXXVI
DIPORTO A VESPRO PER FIRENZE
Quand’ombra, e vo soletto, e via mi passa
fra cappe bianche sui crocicchi un morto,
movo il piè sconsolato, e a testa bassa
dagli amari pensier vinto è il diporto.
E una nova sequenza e un’altra cassa
in capo ad altra via veggio di corto,
e vo sciamando: — Ahi, come nuda e lassa
nostra povera vela entra nel porto! —
Sparge intanto la luna i puri argenti
pei clivi d’Arno, e solitaria pende
di San Miniato su la trista china.
Garrulo si protrae per le frequenti
piazze il susurro: c l’anima riprende
la sua tacita via di pellegrina.