Poichè nel corso della fuga amara
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XXX
AL SIG. JACOPO POPOLESCHI
Che i Poeti devono celebrare la Virtù.
Poichè nel corso della fuga amara
I fier nemici il buon Baracco estinse,
E che Jahel magnanima s’accinse,
E di vita privò l’empio Sisara;
5In bei sembianti, d’allegrezza aspersi,
Debora sorse a celebrar quel giorno;
E perchè chiaro si girasse intorno,
Lume gli crebbe con eterei versi.
Disse gli assalti, e di quelle armi il suono,
10E degli Ebrei Campion descrisse il vanto;
Indi al supremo Dio rivolse il canto,
Della cui destra ogni vittoria è dono.
Sì fatte note, o Popoleschi, ammira
Il Mondo intento ad ammirabil Musa;
15Però sian legge di tuo studio e scusa,
Se il colle di Parnaso a sè ti tira.
Che se l’alma virtù negletta e nuda
Non empie il guardo de’ mortali appieno,
Come di pregio non fia degno almeno
20Chi per ornarla s’affatica e suda?
Deh movi ardito, e liberal di fama,
Tempra la cetra, ed a lei sposa i carmi;
Gli armati loda, e va gridando all’armi
Or che alto rischio a guerreggiar ne chiama.
25Mira, che gonfio il cor d’orgoglio e d’ire,
Pur sul Danubio l’Ottoman s’affretta;
Mira, che inerme i crudi assalti aspetta
Germania o senza senno o senza ardire.
Di’ tu, che onesta morte a viver mena;
30Che vero onor al Ciel s’apre la strada;
Che è meglio in petto aver colpo di spada,
Che giogo al collo, e che sul piè catena.