Poichè Amor fra l'erbe e i fiori

Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Letteratura Poichè Amor fra l’erbe e i fiori Intestazione 4 agosto 2023 75% Da definire

Io pure il sento, ahi lasso! io pure il miro Numi d'abisso, numi
Questo testo fa parte della raccolta Canzonette di Gabriello Chiabrera


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XII

Imeneo di Armida.

Poichè Amor fra l’erbe e i fiori,
     Tra dolcezze e lieti canti,
     Per temprar del cor gli ardori,
     Scorti avea gli accesi ardori,
     5Scorti avea gli accesi amanti
     Ne’ sembianti:
     Lieto anch’ei con lor s’asside
     Sull’erbetta, e scherza e ride.
Ride Amor, che il Garzon fiero
     10Agli scherzi intento mira,
     Che ammollito il cor guerriero,
     Tutto placido sospira,
     Che or s’adira,
     Poi fa tregua, e dolci paci,
     15Raddoppiando i vezzi e i baci.
Quell’ardor, che il cor gli strugge,
     Gli occhi accende e infiamma il viso,
     Del bel sen. le brine or sugge,
     Or la mira fiso fiso:
     20Riso a riso
     Giunge Amore, e fa che rida
     Seco ancor la bella Armida.
Ei, che armato infra le schiere
     Fulminava invitto e franco,
     25Fra’ diletti, fra il piacere
     Già languisce, e già vien manco.
     Vinto, e stanco
     Del bel sen la neve preme,
     E pian pian sospira e geme.
30La donzella con bel velo
     I sudor toglie alle gote;
     Di fresc’aura un grato gelo
     Desta Amor, che l’ate scuote;
     Dolci note
     35Tempra poi, quasi Sirena,
     Che cantando i sensi affrena.
Canta Amor: ben ratto a volo
     Spinge dardo arco possente,
     Ma vie più per l’alto polo
     40Sferza Apollo il carro ardente:
     Vedi spente
     Già nel mar le fiamme, che ora
     Rosseggiar facean l’Aurora.
Per mai più non far ritorno
     45Se ne van volando l’Ore,
     Quasi rosa in un sol giorno,
     Col Sol nasce, e col Sol more
     Il bel fiore
     Di verd’anni: in un momento
     50Un crin d’ôr si fa d’argento.
Cavalier, se tu non cogli
     Questi fior bianchi e vermigli,
     Fia che tempo, o morte spogli
     Il bel sen di rose e gigli.
     55Da’ perigli
     Di rio male s’assicura
     Chi goder sa sua ventura.
Qual destriero a suon di tromba
     Sorge Armida, e’l bel Garzone:
     60Fra colombo, e fra colomba
     Non fu mai simil tenzone,
     Par che suone
     L’aria intorno, e ’l cielo e i venti
     Al ferir de’ baci ardenti.