Poichè Amor fra l'erbe e i fiori
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XII
Imeneo di Armida.
Poichè Amor fra l’erbe e i fiori,
Tra dolcezze e lieti canti,
Per temprar del cor gli ardori,
Scorti avea gli accesi ardori,
5Scorti avea gli accesi amanti
Ne’ sembianti:
Lieto anch’ei con lor s’asside
Sull’erbetta, e scherza e ride.
Ride Amor, che il Garzon fiero
10Agli scherzi intento mira,
Che ammollito il cor guerriero,
Tutto placido sospira,
Che or s’adira,
Poi fa tregua, e dolci paci,
15Raddoppiando i vezzi e i baci.
Quell’ardor, che il cor gli strugge,
Gli occhi accende e infiamma il viso,
Del bel sen. le brine or sugge,
Or la mira fiso fiso:
20Riso a riso
Giunge Amore, e fa che rida
Seco ancor la bella Armida.
Ei, che armato infra le schiere
Fulminava invitto e franco,
25Fra’ diletti, fra il piacere
Già languisce, e già vien manco.
Vinto, e stanco
Del bel sen la neve preme,
E pian pian sospira e geme.
30La donzella con bel velo
I sudor toglie alle gote;
Di fresc’aura un grato gelo
Desta Amor, che l’ate scuote;
Dolci note
35Tempra poi, quasi Sirena,
Che cantando i sensi affrena.
Canta Amor: ben ratto a volo
Spinge dardo arco possente,
Ma vie più per l’alto polo
40Sferza Apollo il carro ardente:
Vedi spente
Già nel mar le fiamme, che ora
Rosseggiar facean l’Aurora.
Per mai più non far ritorno
45Se ne van volando l’Ore,
Quasi rosa in un sol giorno,
Col Sol nasce, e col Sol more
Il bel fiore
Di verd’anni: in un momento
50Un crin d’ôr si fa d’argento.
Cavalier, se tu non cogli
Questi fior bianchi e vermigli,
Fia che tempo, o morte spogli
Il bel sen di rose e gigli.
55Da’ perigli
Di rio male s’assicura
Chi goder sa sua ventura.
Qual destriero a suon di tromba
Sorge Armida, e’l bel Garzone:
60Fra colombo, e fra colomba
Non fu mai simil tenzone,
Par che suone
L’aria intorno, e ’l cielo e i venti
Al ferir de’ baci ardenti.