Poesie varie (Pascoli)/1872-1880/In morte di Alessandro Morri
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Chi sa dov’or si trovi il pellegrino
che s’è partito e non ritorna più?
Sta scritto nel volume del destino
4una parola solitaria: ei fu.
Ei la morta fiumana dell’oblìo
cinta intorno di salici ha guadata;
ma l’altra riva è là tutta ingombrata
8di fitta nebbia che si chiama: Dio!
E l’uomo intanto, cavalier fatato,
in groppa del suo giovane pensier,
nel castel di fantasime incantato
12cerca indarno il perduto passegger!
E galoppa, da secoli galoppa
l’umana fantasia verso quel nulla!...
La morte che ghignò sulla sua culla
16or sorridendo se gli asside in groppa.
Stridon, fratelli miei, le foglie a terra;
il sole è avvolto da funereo vel!
Ditemi, i morti infradician sotterra,
20o qualche cosa n’evapora al ciel?
O tu, che or mo’ fra queste piante erravi,
che polve or sei fra quattro assi d’abete,
sei tu pur giunto a le contrade liete
24a cui penosamente sospiravi?
Ower, mio forte amico, ora è destino
che putre fango e cenere sii tu?...
Chi sa dov’or si trovi il pellegrino
28che s’è partito e non ritorna più!
Eppur ti vidi pensator poggiare
su l’ippogrifo tuo stellante al cielo,
e a rote larghe tra di nubi un velo,
32vanir come vascello in alto mare.
1875.