Ditemi, i morti infradician sotterra, 20o qualche cosa n’evapora al ciel?
O tu, che or mo’ fra queste piante erravi,
che polve or sei fra quattro assi d’abete,
sei tu pur giunto a le contrade liete 24a cui penosamente sospiravi?
Ower, mio forte amico, ora è destino
che putre fango e cenere sii tu?...
Chi sa dov’or si trovi il pellegrino 28che s’è partito e non ritorna più!
Eppur ti vidi pensator poggiare
su l’ippogrifo tuo stellante al cielo,
e a rote larghe tra di nubi un velo, 32vanir come vascello in alto mare.