Poesie della contessa Paolina Secco-Suardo Grismondi/Per le nozze del marchese Belcredi di Pavia colla marchesa Rosales di Milano

Per le nozze del marchese Belcredi di Pavia colla marchesa Rosales di Milano

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Per le nozze del marchese Belcredi di Pavia colla marchesa Rosales di Milano
Per le nozze del signor conte Petrucci piacentino colla signora marchesa Belisomi di Pavia Per le nozze del conte Antonio Roncalli con la contessa Teresa Bellati

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PER LE NOZZE

DEL MARCHESE

BELCREDI DI PAVIA

COLLA MARCHESA

ROSALES DI MILANO


CANZONE


Non vidi alcun mai sciogliere
     Impavido dal lido,
     Ed al ridente credersi
     4D’amor pelago infido,

Che io non tremassi al rischio
     Ch’ad affrontare ei giva,
     E non gridassi arrestati
     8Deh! non lasciar la riva;

Quel mar che lusinghevole
     T’alletta in un momento,
     Chiara la sua perfidia
     12Faratti e il tradimento.

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Mira deh quanti nuotano
     Legni sull’acque infranti,
     Che il duro esizio additano
     16Di troppo incauti amanti

Ma s’or m’odi festevole
     Mandar voci gioconde
     A te, Signor, che intrepido
     20Prendi a solcar quell’onde,

Del tuo cammin propizio
     Troppo io son certa, a’ miei
     Carmi gli augurj arridono
     24Più dilettosi e bei.

Colei che vivo incendio
     Seppe destarti in petto,
     Colei cui d’aureo laccio
     28T’ha Imene avvinto e stretto,

Dolce ti affida, il tenero
     Parla suo guardo, e dice:
     Quanto nel tuo vïaggio
     32Esser tu dei felice.

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I lumi suoi promettono
     Un’aura ognor seconda,
     11 Ciel sereno e placido,
     36E mansueta l’onda.

Tu di sì cara amabile
     Fida compagna al fianco
     Salpa d’amor l’Oceano
     40Corri pur lieto e franco.

Dal porto intanto i fervidi
     Miei voti a te verranno
     E del tuo corso il premio
     44Dal cielo affretteranno.

Terre lontane e barbare
     Volga con prora ardita
     Altri a cercar se voglia
     48Di gemme o d’or lo invita

Tu senza errar di torbide
     Procelle infra gli orrori
     Oh quai più ricchi e nobili
     52Riporterai tesori!

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Nocchier beato! il celebre
     Tu invidïar non puoi
     Legno che in mar dal Pelio
     56Spinser gli Argivi Eroi,

Quando a rapir volarono
     Il vello aurato, ahi quanto
     Funesti a Coleo, ed orrida
     60Lunga cagion di pianto!

Ne può destarti invidia
     Il vincitor Naviglio
     Che riportò di Semele
     64Dall’Inde arene il Figlio,

E che di Nasso inospite
     Sui lidi avventurato
     Lo scorse della Gnossia
     68Donna tradita allato.

Cessò Arïanna i gemiti
     In braccio al giovili Dio,
     E del fugace Teseo
     72Bebbe un eterno obblìo.