Poesie della contessa Paolina Secco-Suardo Grismondi/Al signor Le Mierre

Al signor Le Mierre

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In Parigi a madama Du Bocage Al signor De La Lande

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AL

SIGNOR LE MIERRE1


CANZONE


Ei, che di mirto idalio
     Cinger solea le chiome,
     E di Corinna in teneri
     Modi cantare il nome,

Ei, che insegnò nel pelago
     Di amor dubbio, e infedele
     Novello Tifi a sciogliere
     Le baldanzose vele,

Con voi più forte ergendosi,
     Rivolse audace il canto
     De la città di Romolo
     Ad eternare il vanto.

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Ma Roma ingrata videlo
     Egro, da lei lontano
     Languir fra genti inospite
     Pietà chiedendo invano.

Là del gelato Sarmata
     In su i barbari lidi
     Quai non udissi misero
     Metter dolenti gridi!

E intanto del mar Scitico
     Le crude onde frementi,
     E i sassi ripetevano
     Quei non più uditi accenti.

Te pur le grazie godono
     Le Mierre ornar di fiori
     Se le tue corde sonano
     Ninfe leggiadre e amori

O se il pittor per l’arduo
     Sentier tu guidi, e schiudi
     L’arte, onde vita spirano
     Le tele informi e rudi.

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A te, se il piè del tragico
     Coturno cingi, il muto
     Circo offre ognor di lagrime
     Un nobile tributo.

Ed or che della Gallia
     Con stil sonante e chiaro
     A celebrar le glorie
     T’ergi d’Ovidio al paro,

Non già ramingo ed esule,
     Qual di Sulmona il Vate,
     Noi ti vedremo avvolgerti
     Tra piagge inabitate;

Ma farti plauso, e tessere
     Bel serto a crini tuoi
     Vedrem la Gallia, solita
     A coronar gli Eroi.

Felice te, cui diedero
     Le stelle amiche in dono
     Sacrar de la tua cetera
     A sì gran Donna il suono;

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A Lei, che de’ Romulei
     Fasti l’onor vetusto
     Vince, e più bella innalzasi
     Mercè un più grande Augusto.

  1. [p. 231 modifica]Anton Maria Le Mierre, poeta francese, fu uno de’ principali ammiratori di Lesbia, allor ch’Ella trovavasi in Parigi. Questa canzone, e l’altro componimento: Che fa Le Mierre? furono pubblicati con le stampe di Bergamo, e mandati al medesimo.