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A te, se il piè del tragico
     Coturno cingi, il muto
     Circo offre ognor di lagrime
     Un nobile tributo.

Ed or che della Gallia
     Con stil sonante e chiaro
     A celebrar le glorie
     T’ergi d’Ovidio al paro,

Non già ramingo ed esule,
     Qual di Sulmona il Vate,
     Noi ti vedremo avvolgerti
     Tra piagge inabitate;

Ma farti plauso, e tessere
     Bel serto a crini tuoi
     Vedrem la Gallia, solita
     A coronar gli Eroi.

Felice te, cui diedero
     Le stelle amiche in dono
     Sacrar de la tua cetera
     A sì gran Donna il suono;