Poesie della contessa Paolina Secco-Suardo Grismondi/A monsignor Mario Lupo

A monsignor Mario Lupo

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Sulla favola di Leandro ed Ero Giunta in Verona

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A MONSIGNOR

MARIO LUPO

CANONICO E PRIMICERIO1


SONETTO


Signor, che di tua Patria il grido estolli
     Con sì degne del cedro elette carte,
     E dell’atre tenebre, ond’eran sparte
     Le vetuste sue glorie, il vel ne tolli,

Godi pur nel veder spiranti e molli
     Bronzi, e marmi a tua laude, e plauso farte
     D’Europa tutta ogni più culta parte,
     Non che questi a te grati Orobii colli:

Non isdegnar però tra gli onor tuoi,
     Se di mia man sulla vicina sponda
     Volli un tenero allor sacrarti anch’io:

Segnato ei del tuo Nome i rami suoi
     Metterà altero, il bacerà seconda
     L’aura a miei voti, e nudrirallo il rio.


Note

  1. [p. 229 modifica]Mario Lupo canonico primicerio della cattedrale di Bergamo, era dotato di finissima critica, e di erudizione vastissima specialmente in materie ecclesiastiche. Tra le altre sue opere, quella, cui Lesbia accenna, — Codex diplomaticus Civitatis et Ecclesiæ Bergomensis — gli acquistò celebre fama in tutta l’Europa. Il Capitolo volle onorare la memoria di Lui erigendogli sculto in marmo un Busto colla notabile epigrafe: Mario Lupo adhuc viventi. E la Provincia gli coniò una Medaglia.