Poesie (Francesco d'Altobianco Alberti)/XXX

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XXIX XXXI

 
Gentil, leggiadra, grazïosa e bella,
saggia, cortese, onesta e costumata,
diva immortal, felice, alma beata,
s’alcuna n’è quaggiù, certo se’ quella.

E proprio come il sol perde ogni istella,
così da questa ogni altra donna ornata
fugge e sparisce, e chi più fiso guata
fama gli acresce e grazia rinovella.

Onde io non so se lungo o picciol tempo
starà con noi oppur farà partita,
ma rivederla triünfante spero.

Credo ben io che in questa mortal vita
el peggio fa chi non ne va per tempo:
sallo colui che più s’accosta al vero.