Poesie (Francesco d'Altobianco Alberti)/XXXI
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Francesco d'Altobianco Alberti - Poesie (XV secolo)
XXXI
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Io so ch’io non so più ch’altri comprenda,
e non son più, chi’ ’l so, quel che prima era;
e so che nulla sa chi troppo avvera
di saper tutto e ch’ogni cosa intenda.
E so che chi non vuol ch’altri il reprenda
è aprovata bestia soda e intera,
e so chi troppo in questo mondo spera
capita male alfin, se non si amenda.
E so che divario è dal detto al fatto,
e come in altri facil si consiglia
quel che in sé poi non se ne osserva tratto.
E so con quanta industria uon s’asottiglia
per far dell’altrui suo sanza contratto,
e come insomma il mondo si scompiglia.
So tener groppa e briglia,
uscir fra gli altri, e so far del restio,
ma non so tanto far che torni il mio.