Poesie (Francesco d'Altobianco Alberti)/XXIII

XXIII

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XXII XXIV

 
Ispulezzate fuor topi isfamati,
ché ’l tempo ha partorito nuova usanza:
morto è il catasto e la novina avanza;
ben v’arendesti presto, o isvemorati!

Miseri mentecatti isciagurati,
non v’accorgesti di vostra ignoranza
a farvi servi e perder la civanza.
Quanti ce n’è che fien mal arivati!

Degna cosa è che chi può istar contento
e procurasi il mal ch’egli il consegua,
nel qual poi si consumi e muoia a stento.

Se di fuor guerra e dentro si dilegua
la pace vostra, meglio è per un cento
cader che pender sempre; e chi mel niega?

Durerà questa triegua
non altrimenti che tra voi la fede,
e ognuno sel conosce e niun provede.