Poesie (Francesco d'Altobianco Alberti)/XXII

XXII

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XXI XXIII

 
Poi che ’l becco è isbandito, ognun s’afolti
ché, se pur delle mille una mi tocca,
io provedrò ben sì, o gente sciocca,
ch’io uscirò del numero dei molti.

Io dico di voi altri matti sciolti,
che aspettate pur se l’uon v’imbocca;
ognun meni le man mentre che fiocca,
ché tardi fia quando e’ saran raccolti.

La cosa va di guazzo e il giuoco è bello,
ma non si vòle uscir del seminato,
ché saria proprio un beccarsi il cervello.

Quanto io per me, non l’ho diliberato;
ma adattarsi col tempo, questo è quello
ch’io commendo e aprovo in ogni lato.

Ahi, orbo mondo ingrato,
da poi che chi più sa men ti conosce
e chi ne intende men più si sconosce!