Poesie (Francesco d'Altobianco Alberti)/LXXXI

LXXXI

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Noi ci stiam mezzi mezzi al modo usato,
pien di vari intradue, fuor d’ozio misti,
e al piacer di Dio pronti e provisti
per cessar ria ventura e mal comiato.

Il perché fermo abbiam determinato
di dar bando a’ pensier languidi e tristi,
rincrescevol disagi, odiosi acquisti,
per ricondurne a più felice stato,

gioiosa vita onesta e sanza eccesso,
poco comunicar fuor di noi stessi,
sol pel nostro ritrar da compromesso.

E per tutti i contrari altri inframessi
sempre il miglior è ’l primo manomesso,
sì che nulla nocivo il cor ci opressi.

Né gnun c’è che s’apressi
verso Monteficalli o Covigliano,
perché cel vieta il tempo orrido e strano.