Poesie (Fantoni)/Odi/Libro I/XLVII. A mio padre

XLVII. A mio padre

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XLVII

A MIO PADRE

Per l’inondazione del Po e del Mincio accaduta nel 1792.

     No, non è ver che sia virtude un vano
nome: è un bisogno dei mortali. Pave
chi altrui fe’ danno, e palpita
solo al pensier d’un punitor lontano.

     5Mira quell’empio timido ed ansante
destarsi, o padre, dall’oscena ebbrezza;
mira sull’orlo gemere
l’irrequieto avaro palpitante.

     Videro il nembo e il rotolar da lunge
10udir del tuono. Nell’ammanto avvolto
delle notturne tenebre,
sovra un carro di fuoco ei giunge, ei giunge

     Ecco il signor dell’universo! Ardenti
svelan la faccia sua lampi striscianti!
15Scendete, o re, dal soglio,
temete, o grandi, e vi prostrate, o genti.

     Che sei d’innanzi a lui, schiatta superba
di tua ragion, che della terra un verme?
Che sei, del fango figlia,
20che fragil mèsse di falciabil erba?

     Piega la fronte, Etruria, il guardo abbassa,
lava nel pianto la stoltezza, e spera
ancor non giunge il vindice
giorno del suo furor: t’avvisa e passa.

     25Altrove scende: lo precede il nero
spirto devastator delle procelle,
e il fragoroso turbine
agli ampi passi suoi spiana il sentiero.

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     Ei parla; e, all’urto di sua voce, l’onda
30del mar si slancia ad inghiottir la spiaggia,
le pregne nubi squarciansi,
ed il Mincio ed il Po sdegnan la sponda.

     Ve’ come il flutto vincitor si estolle
e per i campi predator si stende,
35come sonante e rapido
nei vortici trasporta alberi e zolle!

     I vicini abituri inonda; e scaccia
10sbigottito agricoltor piangente
la paurosa greggia
40e la sposa, che i figli ha tra le braccia.

     Rimbomba il piano allo stridor del vento,
alle grida dei vecchi e dei fanciulli,
dei sacri bronzi al gemito
ed al mugghiar dello smarrito armento.

     45Lá, per salvarsi, invan nuota e s’affanna
coi stanchi tori il misero bifolco;
qua, percosse dal fulmine,
ardon le querce e avvampa una capanna.

     Gran Dio, perché le tue saette accendi
50contro i rozzi tuguri, e su le torri,
ove l’iniquo domina,
il tuo vendicator braccio sospendi?

     Lo so, tu serbi a una piú giusta e orrenda
pena l’empio esaltato; e forse il tempo
55del tuo ritorno è prossimo,
fors’è pronta a scoppiar l’ira tremenda.

     Tremate, o regni: lacrimosa guerra
devasterá l’Europa, e dall’abisso
verrá coi morbi pallidi
60la smunta fame a desolar la terra.