Poesie (Eminescu)/VIII. Viaggio al Regno dei sogni mattinali
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VIII.
VIAGGIO AL REGNO DEI SOGNI MATTINALI.
Della notte la gigantesca ombra leggiera
portata dal vento,
si curva misteriosamente, si dondola, vola
battendo le ali.
5L’aurora bianco-rosata co’ suoi riccioli d’oro,
che brillan di rubini,
versa dalle ciglia tesoro di lagrime
dei fiori nel seno;
spande il respiro dei bianchi narcisi
10il balsamo suo divino
e Clori s’intreccia ghirlande di rose
sulla fronte di giglio.
Ma il fiume sospira il suo blando dolore
con murmure poetico
15e, nello specchio suo d’onde, riflette in silenzio
un rosso fantastico;
e canta l’uccello che imita i sospiri
una canzon d’amore,
e l’eco risponde colla sua voce mesta
20al suo pianto nostalgico.
Nel pian si vedono due parvenze lievi
che balzano a cavallo
e un velo le cinge che fluttua al vento,
un velo sottile di nebbia;
25come Eolo che vola tra i flutti e grida,
il corsiero lieve
nitrisce, si slancia e fende veloce
il fior della nebbia;
una candida vergine dorme sul petto
30d’un giovine bello
così come dorme il sospiro d’amore
nella canzone mesta;
e la sua persona svelta, graziosa, sottile,
si dondola al vento,
35e i suoi riccioli neri ondeggiano allo zefiro
e fluttuando luccicano.
Ella gli dorme sul seno, si culla nelle braccia dell’amato
sogni di tenerezza,
mentre, simili a profumi, sul viso suo dolce
40navigano i baci.
E l’aria sul monte e nella valle vibra
di misteriosi susurri,
poi che il giovine così sospira dal cuore
in fresche canzoni:
45Deh ascolta, bellina,
carina,
il susurro mio lieve d’amor;
ch’io ti canti dolce, misteriosa mente dolce
il mesto canto,
50che ti cantavo allor.
Se tu fossi, cara, il dolce zefiro,
che germina
col suo murmure e foglie e fiori,
io sarei foglia, io sarei fiore,
50volerei
al tuo seno, gemendo d’amore;
se fossi notte, sarei luce
mite, lene,
t’avvolgerei con un sospiro,
60e, nell’ebbrezza d’amore,
dal nostro abbraccio
nascerebbero cieli di rubino;
s’io fossi, bella, il ruscelletto,
che l’amore
65suo confida alla pianura,
ti lambirei con un bacio
pari a un murmure
i bianchi gigli del seno!
Come Eolo che vola sui flutti e grida,
70il corsiero lieve
nitrisce, si slancia e fende veloce
il fior della nebbia;
la vergine stringe l’amante suo più forte
al seno suo di giglio,
75e al suo bacio nasconde il viso
tra le chiome d’ebano.
Ma l’eco si ride dei gemiti blandi
e dei giovani amanti
e il fiume ripete come un canto d’angeli
80in rapida danza:
S’io fossi, bella, il ruscelletto
che l’amore
suo confida alla pianura,
ti lambirei con un bacio
85pari a un murmure
i bianchi gigli del seno!.