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12 | Eminescu |
il mesto canto,
50che ti cantavo allor.
Se tu fossi, cara, il dolce zefiro,
che germina
col suo murmure e foglie e fiori,
io sarei foglia, io sarei fiore,
50volerei
al tuo seno, gemendo d’amore;
se fossi notte, sarei luce
mite, lene,
t’avvolgerei con un sospiro,
60e, nell’ebbrezza d’amore,
dal nostro abbraccio
nascerebbero cieli di rubino;
s’io fossi, bella, il ruscelletto,
che l’amore
65suo confida alla pianura,
ti lambirei con un bacio
pari a un murmure
i bianchi gigli del seno!
Come Eolo che vola sui flutti e grida,
70il corsiero lieve
nitrisce, si slancia e fende veloce
il fior della nebbia;
la vergine stringe l’amante suo più forte
al seno suo di giglio,
75e al suo bacio nasconde il viso
tra le chiome d’ebano.
Ma l’eco si ride dei gemiti blandi
e dei giovani amanti
e il fiume ripete come un canto d’angeli
80in rapida danza:
S’io fossi, bella, il ruscelletto
che l’amore