Poesie (Carrer)/Odi/Odi varie/L'Avvenire
Questo testo è completo. |
◄ | Odi varie - Per una giovane molto abile cantatrice | Odi varie - Per l'estrazione di un bambino morto indi a poco | ► |
L’AVVENIRE.
Qual già finse il prisco secolo
Alla rupe catenato
Della luce il rapitor,
E perenne il cor rinascere
Sotto il morso infaticato
6Del grifagno punitor;
Un desìo quest’alma indomito
Tutto dì punge e tormenta
Nel futuro di mirar.
E se pur talvolta arretrasi,
E dell’opra si sgomenta,
12L’ombre torna indi a tentar.
La man vaga al ramo stendere
D’auree poma e d’auree fronde
Oso appena, ed ei sparì;
Non pria fatto è il labbro cupido
Presso al rio dalle dolci onde,
18Subitano il rio fuggì.
Deh perchè svanir sì rapida,
Dolce immago del beato
Immutabile avvenir.
Deh perchè gli accordi mistici
Sol per breve ora m’è dato
24Delle angeliche arpe udir?
Poche note di quel cantico
Non pria l’anima raccoglie,
E dai sensi è ratta già.
L’aer varca ingrato e nubilo,
E s’asside sulle soglie
30Dell’immobile città.
Città santa, che l’Altissimo,
Perchè fosse eterna e forte,
Sopra i colli edificò.
Le diè muro insuperabile,
Ed armati sulle porte
36I suoi vigili locò.
Di dolci acque indefettibili
Sgorga un rio dal sacro monte,
Che non ha sponda o confin.
Desso è il ver fiume Etiopico
Dalla cupa arcana fonte,
42Noto solo in suo cammin.
L’amaranto immarcescibile
Di fragranze l’aria imbeve,
Che alla terra ignote son.
Al soave e casto effluvio
Miste l’anima riceve
48De’ beati le canzon.
Ma com’arco, tratto il calamo
Velocissimo, s’allenta,
Tocco il segno del desir;
Da quel sogno, da quell’estasi
Riede l’anima contenta
54Alla veglia dei sospir.
Da qual mai sì nobil arbore
Un licore si distilla
Che perpetui il mio sognar?
Colle dolci attese tenebre
Chi mi vela la pupilla,
60Stanca il mondo di mirar?
Vana inchiesta! È Dio che limite
Pose al vol dell’intelletto,
Dio che al mare un di parlò:
Sorgi pur cruccioso e tumido,
A quel lido, o mar, t’aspetto;
66Fin là vieni; più là no!
Oh concetti incerti e miseri,
Onde l’uomo si consiglia
Sul futuro por la man!
Da quell’alto ignoto termine,
Quando ha fatto mille miglia,
72Mille miglia è più lontan.
Ma trae vita ignara e placida
Il pastor, che fuor l’ovile
Altra cura aver non sa.
Chi le membra e gli anni logora
Servo al fasto signorile;
78Chi sull’onda cammin fa;
Chi le trombe segue e i timpani;
Il fanciul, la verginetta
Tutta fede e tutta cor;
Sempre han l’occhio al dì novissimo,
Di mercede o di vendetta,
84Al gran giorno del Signor.
L’affannosa e non mai sazia
Arroganza, ond’uom presume
Tutto intendere e narrar,
Lunge adunque, e a me risplendere
Possa solo il poco lume
90Che fa credere e sperar.