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L’AVVENIRE.

Qual già finse il prisco secolo
     Alla rupe catenato
     Della luce il rapitor,
          E perenne il cor rinascere
     Sotto il morso infaticato
     6Del grifagno punitor;

Un desìo quest’alma indomito
     Tutto dì punge e tormenta
     Nel futuro di mirar.
          E se pur talvolta arretrasi,
     E dell’opra si sgomenta,
     12L’ombre torna indi a tentar.

La man vaga al ramo stendere
     D’auree poma e d’auree fronde
     Oso appena, ed ei sparì;
          Non pria fatto è il labbro cupido
     Presso al rio dalle dolci onde,
     18Subitano il rio fuggì.