Poemetti italiani, vol. II/Memorie dell'Abate Cordara
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MEMORIE
DELL’ABATE
CORDARA
L’Abate Giulio Cordara di Calamandrana nativo di Nizza in Monferrato fu uno de’ più tersi scrittori di questo secolo tanto nel Latino, che nell’Italiano idioma.
Lavorò egli all’istoria della Compagnia già de’ Gesuiti, di cui era socio cospicuo, oltre ad un volume del Collegio Ungarico, con tutta eleganza latinamente scritti.
Lasciò un libretto di satire pure latine sotto il nome di Quinto Settano minore, non inferiori certamente nel pregio poetico alle troppo vantate del maggior Settano, ossia del Sergardi.
Fu pure autore d’un nuovo genere d’egloghe militari latine, da lui medesimo voltate anche in Toscana favella.
Scrisse non pochi poemetti di faceto argomento, come sopra le vespe, le cimici, le zanzare, sopra il giuoco del seminario e simili.
Compose pure un Eroicomico poema di dodici canti, in ottave, intitolato il Fodro o sia la fondazione di Nizza, che non cede a verun altro di simil conio.
Il satirico pungolo gli venia soventi alla mano, e non era facilmente placabile la di lui musa una volta attizzata.
Morì in Alessandria nell’anno 1785 in età pienamente matura, conservando fino al fine de’ suoi giorni la naturale sua vivace ilarità.
C. V. M.