Poemetti italiani, vol. II/Memorie del Conte di s. Raffaele
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MEMORIE
DEL CONTE
DI
S. RAFAELE.
Il Conte Benvenuto Robbio di S. Rafaele fu uomo in ogni genere di letteratura esimio, ed uno di que’ pochi che non tenne per cosa disdicevole l’accoppiare al carattere di nobile, e doviziosa persona pubblica professione di lettere. Amò pertanto le lettere, ed i letterati palesemente, e fu di quelli ottimo conoscitore, ed utile protettore.
Con poetiche produzioni, e più con prose d’eccellente gusto e dottrina illustrò la patria, ma stanno inedite tuttavia, non senza grave discapito del Piemontese letterario lustro, le migliori di lui opere, fra le quali vuol essere annoverata la storia del secolo d’Augusto da lui nuovamente composta, altra da quella già dal medesimo pubblicata sotto il titolo di due famosi secoli in Italia; capo d’opera per ogni verso, per nitidezza e nobiltà di stile, profondità ed aggiustatezza di politiche riflessioni, insomma per luminosa condotta e maestria spiegata dall’autore in tutta l’estensione dell’argomento; così che diresti, Livio e Tacito, aver trasfuse in una sola le distinte loro penne.
Fra le principali opere in prosa stampate si hanno di lui le seguenti:
Saggio sopra la Monarchia di Roma — Storia di due secoli famosi in Italia — De’ giuochi di sorte — Della falsa filosofia vol. II. — Apparecchio agli educatori — Della educazione continuata vol. II. — Boezio in carcere — Della condotta de’ letterati ec. — Dell’arte del suono — Elogi di Innocenzo V. Sommo Pontefice — Di Pier Lombardo — Del Cardinal Bona — Di Pier Romengo Poeta Cheriese — Dell’amor proprio — Del gran mondo — Il compleanno — Abozzi morali e molte altre, nelle quali tutte, oltre l’eleganza, e nerbo d’uno stile sempre fucoso, e filosofico, il più sodo attaccamento alla Religione, alla più pura morale ad ogni passo traluce.
Tra le poesie stampate si contano in un volume di nitida edizione Torinese del 1772. L’Italia Poemetto di quattro canti in verso sciolto — Il Messia egloga sacra. Il Vindsor Poemetto pastorale tradotti dall’Inglese di Pope. Il primo canto della Lusiade versione dal Portoghese di Camoens.
Unì alle letterarie doti l’ornamento di egregio compositore, e dilettante di musica.
Le sue virtù civili e morali esigerebbero un esteso encomio, che non può aver luogo tra i brevi limiti che ci siamo prefissi; ci basti accennare, che fu eloquente e spiritoso parlatore, ed il suo conversare d’ogni urbana amenità, e della più affabile cortesia condito.
Per la sua beneficenza meritò, ed ebbe in Chieri sua patria il più d’ogni altro glorioso titolo di padre de’ poveri.
Non ambì onori nè cariche, sebbene fosse decorato del titolo di Regio Consigliere, e sedesse membro dell’Eccellentissimo Magistrato della riforma, che perdette in lui uno de’ primari suoi lumi.
Morì nubile in Torino l’anno 1794. di acuto morbo che lo tolse inaspettatamente di mezzo in età non per anco senile, della Religione, della patria, dell’umanità, e delle lettere benemerito, lasciando di se lungo desiderio a tutti gli ordini di persone.
C. V. M.