Piú che mai bella e men che giá mai fèra
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Questo testo fa parte della raccolta Opere (Lorenzo de' Medici)/III. Rime
xxxvii
Sonetto fatto per un sogno.
Piú che mai bella e men che giá mai fèra
mostrommi Amor la mia cara inimica,
quando i pensier del giorno e la fatica
tolto avea il pigro sonno della sera.
Sembrava agli occhi miei propria com’era,
deposta sol la sua durezza antica,
e fatta agli amorosi raggi aprica:
né mai mi parve il ver cosa sí vera.
Prima, al parlar, e pauroso e lento
stavo, come solea: poi la paura
vinse il disio, e cominciai, dicendo:
— Madonna... — E in quel partissi come un vento.
Cosí in un tempo súbita mi fura
il sonno e sé e mia merzé, fuggendo.