L'altèro sguardo a' nostri occhi mortale
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xxxviii
[Vana visione della pietá della sua donna.]
L’altèro sguardo a’ nostri occhi mortale,
che spegne ogni bellezza che ha d’intorno,
fuggito avea per prender d’alcun giorno
con Amor triegua, e tôr forza al suo strale.
Quando Amor o la sorte mia fatale,
invida che al mio mal dessi soggiorno,
mio basilisco di pietate adorno
mostrommi: ah, contr’Amor null’arme vale!
Nel tempo che da noi è piú distante
il carro che mal giá guidò Fetonte,
che ’l pensier vede piú quel che piú spera,
deposto avea lo sdegno il bel sembiante,
e quel bel, che mancava alla sua fronte,
pietate aggiunse alla bellezza altèra.